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08 giugno 2016

213 MILIARDI DI DOLLARI IL BUSINNESS DEL BRACCONAGGIO

di Stefano Bovone

213 miliardi di dollari è il businness che gira attorno ai reati di bracconaggio, rappresentando il quarto settore criminale del pianeta in base ai dati forniti dal rapporto annuale “World Wildlife Crime Report” dell’Ufficio Drugs and Crime delle Nazioni Unite (Unodc) dove sono illustrati analisi e dati relativi ai "Crimini di Natura" che insanguinano e condannano all’estinzione specie di animali.

L'emergenza ha raggiunto livelli tali da essere inserito nell'agenda del 2030 con gli obiettivi sostenibili approvati dell'Assemblea delle Nazioni Unite, ammesso che ci saremo ancora nel 2030, forse anticiparlo un pochino sarebbe stato meglio.

Ogni anno in Africa vengono uccisi più di 30.000 elefanti e paesi come la Tanzania e il Mozambico hanno perso in soli 5 anni tra il 50 e il 60% della loro popolazione di pachidermi oltre all'uccisione del 10% dei gorilla di pianura.

26 febbraio 2016

CACCIA AL LUPO SOSPESA GRAZIE AL M5S

Questo Governo, come i precedenti, sembra maestro nell’ attuare veri e propri attentati all’ ambiente e alla biodiversità, animale e vegetale, dimenticandosi troppo spesso che si tratta di patrimonio indisponibile dello Stato e, quindi, di tutti noi, nonché tesoro da preservare per i nostri figli e nipoti.
Questa volta, sbandierando interessi economici o pericoli fittizi, Renzi e company si apprestavano a varare un nuovo piano, eufemisticamente definito di conservazione e gestione del lupo che, dopo ben 45 anni, avrebbe consentito gli abbattimenti di lupi e ibridi e, addirittura, la caccia ai cani vaganti, contro il divieto fissato per legge nel 1991. Alla faccia dei decenni di crociate condotte per reintrodurre una specie che nel 1971 era quasi estinta. E alla faccia pure delle montagne di denaro speso nei programmi di ripopolazione.
A tutto ciò il Movimento 5 Stelle si è opposto con ogni forza riuscendo ad ottenere un importante risultato: la folle intenzione della conferenza Stato-Regioni di legalizzare l’uccisione fino un numero di 60 all’ anno è stata per fortuna scongiurata grazie a un ordine del giorno del M5S, a firma Patrizia Terzoni, rivolto al ministero dell’Ambiente.

17 gennaio 2016

IL FALLIMENTO DELLA CACCIA DI SELEZIONE

di Stefano Bovone 

Nel 2016 possiamo definitivamente affermare che l’abbattimento di selezione dei cinghiali e degli ungulati sia un completo fallimento.

Non siamo noi animalisti a dirlo ma dati alla mano è quello che scaturisce se si analizzano i risultati ottenuti in questi anni con questo tipo di misure risolutive.

Le politiche seguite dalle associazioni venatorie sono risultate del tutto fallimentari aumentando e non diminuendo il numero di esemplari presenti sul territorio e tutti i tentativi posti in essere per ridurre l'impatto di questo ungulato sulle attività agricole attraverso l'attività venatoria (L.R.9/2000, squadre di selecontrollori, aumento del carniere giornaliero e stagionale...) hanno fallito.

Le immissioni di animali importati e d'allevamento continuate legalmente fino alla metà degli anni '80, e continuate illegalmente dopo, hanno contribuito alla massiccia diffusione della specie.

La caccia disgrega i gruppi consolidati e contribuisce ad aumentarne la fertilità venendo meno il fenomeno della simultaneità dell'estro delle femmine e l'aumento degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica coincide, secondo uno studio prodotto dalla Provincia di Cuneo, con la stagione venatoria.

11 ottobre 2015

POCHI ANNI ALL' ESTINZIONE DEI CACCIATORI?

di Stefano Bovone

Sempre più doppiette appese al chiodo,questo è il dato che trapela dal censimento di cacciatori in attività sul territorio nazionale.

L’esercito ottuagenario che gira armato nelle nostre campagne,spesso senza sapere nemmeno esattamente che cosa stia facendo,sta diminuendo drasticamente.

L’inesorabilità del tempo che trascorre inflessibile su tutte le cose,sta portando all’ estinzione il popolo venatorio,i giovani preferiscono altri interessi e non amano essere insultati dal 90% della popolazione per il loro hobby.

Forse tra pochi anni potremo definitivamente dire addio a questi anacronistici avventori delle campagne.

Purtroppo nell’ attesa di quel momento continuano a ferirsi e a noi a costare in spese mediche.

Quasi ogni giorno si sparano,si feriscono,scivolano,ruzzolano,inciampano e a fine stagione il conto è salato,anche perché gli interventi sono quasi sempre eseguiti in elisoccorso.

12 novembre 2014

CACCIA:DIRITTI ARCAICI E DOVERI MAI OTTEMPERATI

di Stefano Bovone

Penso che in uno Stato normale l’ingresso alla proprietà privata debba essere concesso solo qual'ora il conduttore sia d'accordo a far transitare una persona nei propri terreni e in qualsiasi momento dovrebbe potersi avvalere del diritto d’ opposizione. In Italia questa regola vale per tutti tranne per i cacciatori che durante l’esercizio dell’attività venatoria possono entrare,a loro piacere,nelle proprietà private.

In un momento particolare come questo, dove gli incidenti di caccia sono in aumento,le misure preventive per evitarli dovrebbero essere inasprite(leggi qui),tra queste dovrebbe esserci il diritto del proprietario o conduttore di un fondo di decidere se far entrare o meno un pericoloso individuo armato di fucile nei propri terreni.

I cacciatori sono gli unici,infatti,a poter entrare nelle proprietà private senza chiedere il permesso e  non ci si può opporre a questa invasione a causa di un articolo del codice civile,per l’esattezza  l’articolo 842,che recita:Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia,a meno che il fondo sia chiuso ecc. ecc.”

Forse non molti sanno che questo articolo nel codice civile fu inserito nel 1942 quando per l’Italia esisteva un reale pericolo di invasione da parte di eserciti stranieri.
Dando la possibilità di cacciare,sui terreni privati,si permetteva di imparare a destreggiare l’uso delle armi,che sarebbe tornato utile in caso di emergenza.
Al giorno d’oggi,capiamo tutti perfettamente,che la probabilità di essere invasi da un esercito nemico è bassissima,se non quasi inesistente  e anche se ciò avvenisse non sarebbe sicuramente una guerra combattuta con fucili da caccia.

17 ottobre 2014

RIFORMARE LA LEGGE SULLA CACCIA E INTRODURRE L'OMICIDIO VENATORIO

di Stefano Bovone

Di incidenti si muore,un’affermazione che non rivela nessuna grossa novità, infatti in questi giorni è in fase di approvazione il reato di omicidio stradale che prevede l’ergastolo della patente,qual’ora il guidatore fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti o di alcolici.
Sempre troppo spesso i pirati della strada vedono impuniti i loro crimini ma da qui a poco non sarà più così.
Sicuramente una legge dettata dal buon senso e degna di un paese che vuole percorrere il sentiero della sicurezza, anche se il tragitto risulta ancora lungo e tortuoso.

C’è ,però, una serie di incidenti le cui vittime non ricevono la giustizia che meritano e sono le vittime dei cacciatori;le vittime di quel perverso gioco che pone attempati frequentatori delle campagne con il fucile in cima alla catena naturale e parlo di vittime umane che per un disgraziato scherzo del destino si trovano sulla traiettoria di tiro di questi giustizieri della domenica.
Sempre più spesso gli incidenti salgono alla ribalta nella cronaca dei giornali e come sempre,assuefatti dall’ ipocrisia che contraddistingue il popolo italiano, volgiamo lo sguardo altrove,come se non vedendo il problema scomparisse o si risolvesse,ma così non succede e annualmente decine di persone rimangono vittime di questa violenta tradizione.

Se sei un cacciatore l’incidente è in conto, fa parte “dell’hobby”, ma se sei una persona comune,magari un abitante cittadino non metti in preventivo che la tranquilla gita domenicale potrebbe trasformasi in una tragedia e quest’anno siamo a quota 26 vittime e la stagione è iniziata da 20 giorni.

10 settembre 2014

L'INUTILITA' DELLA CACCIA NEL XXI SECOLO

di Stefano Bovone

Nel XXI secolo c’è ancora gente che sostiene il ruolo fondamentale dell’attività venatoria e cosa gravissima è che la lobby dei cacciatori sia appoggiata dalle istituzioni che,per non perdere la ridicola tassa versata,svendono il nostro territorio e le nostre biodiversità.
Ogni anno nel mondo si perdono decine di specie animali a causa dei danni che molti cacciatori,in veste di bracconieri,provocano.

Dando per scontato che la caccia normale sia ormai solo un sadico passatempo senza più nessuna giustificazione sociale e senza più nessun motivo di esistere,se non il permettere di continuare a giocare con i fucili ad uno sparuto numero di persone,andiamo ad analizzare la caccia di selezione.
Serve davvero questo tipo di attività per controllare i fragili equilibri che regolano l’andamento della natura?
Sembra di no!
Recenti studi di ricercatori hanno evidenziato il fatto che dove non è presente l’attività venatoria gli animali “nocivi” sono in numero assai minore.

24 agosto 2014

DANIZA DIVENTA UN SIMBOLO PER LA LIBERTA' DI TUTTI GLI ANIMALI!

di Stefano Bovone

Siamo noi umani l’unica specie degna di proliferare sulla terra?
La risposta è assolutamente sì visto la nostra visione antropocentrica dell’universo.
La cronaca quotidiana è intrinsa di appelli di cattura o uccisione per gli animali che si avvicinano troppo a noi oppure noi ci avviciniamo troppo a loro,ma noi ovviamente lo facciamo con diritto. 
Pretendiamo di essere,sempre, ospiti ben accetti a casa d’altri senza essere invitati e se gli animali protestano,per questa invasione,ne chiediamo l’abbattimento.
E’ successo in questi giorni con la triste vicenda del Trentino,dove la povera orsa Daniza per difendere i propri cuccioli ha attaccato,senza gravi conseguenze, un cercatore di funghi.
Viviamo in uno Stato dove il colpevole viene tutelato e l’innocente viene perseguitato;in altri posti si sarebbe condannato senza nessun problema il cercatore di funghi per aver disturbato una specie protetta con la prole,quindi noi oltre alla sfortuna di appartenere ad una specie distruttiva abbiamo anche uno stato che non tutela nessuno,la natura in primis.
Consumiamo fino all’esaurimento tutte le risorse naturali,invadiamo habitat e areali e una volta sfrattati i naturali inquilini,procediamo alla distruzione sistematica per poi,un volta consumato sfruttato e impoverito tutto, volgere l' attenzione altrove,verso un nuovo luogo vergine.
Siamo decisamente parassiti che si spostano da un ospite all’altro con l’unico obbiettivo di trarne un personale guadagno o vantaggio.
Non comprendiamo che la natura non vuole e tollera questi continui stravolgimenti;l’equilibrio tra le varie specie si raggiunge e si conserva con tempo e fatica ma soprattutto senza la nostra continua ingerenza.
E così a questo punto tutti gli altri esseri di altre specie diventano nocivi ,secondo la nostra convenienza personale; a rotazione tutti possono diventare  ospiti scomodi e automaticamente ci sentiamo autorizzati a deciderne le sorti.
Non basta l’arroganza con la quale decretiamo una graduatoria per gli animali: simpatici,antipatici,dannosi,inutili ecc. ecc.,quelli di serie A scelti per accompagnarci nei momenti della vita e quelli creati per essere uccisi,sfruttati,seviziati,ma dobbiamo anche decidere che alcune zone se sono frequentate dall’uomo non debbano essere frequentate da alcun’ altro,anche se questo individuo nelle stesse zone ci ha sempre vissuto.
La nostra sete di supremazia non si ferma e ogni giorno si fa sempre più forte e determinata trascinandoci verso un finale già scritto e per nulla positivo.

Daniza ti hanno trascinato in un gioco di potere al quale non hai chiesto di partecipare,scappa non farti prendere,diventa il simbolo della libertà che tanti animali hanno perso,salva i tuoi cuccioli e continua a vivere LIBERA!


05 febbraio 2014

I CACCIATORI FERITI CI COSTANO MEZZO MILIONE DI EURO L'ANNO


di Stefano Bovone

E' confermato,i cacciatori oltre a creare un danno ecologico e ambientale di proporzioni catastrofiche,oltre ad insultare e infangare la nostra intelligenza dicendo di essere portavoce dei diritti della natura,aggravano anche sulle nostre misere e martoriate risorse economiche.
Sembra infatti che ogni anno i cacciatori che si feriscono durante la pratica di quello che chiamano sport,ma che in realtà,probabilmente, è lo sfogo di una frustrazione sessuale latente,come confermato dagli psicoanalisti che hanno analizzato questa insana passione,ci costa circa mezzo milione di euro all'anno secondo le stime dell' AIDAA.
In un periodo dove la sanità ha subito enormi tagli e dove moltissime persone faticano a ottenere le cure che necessitano,la cifra risulta essere davvero enorme.
L'obiezione che sicuramente scaturisce dopo queste affermazioni è che i cacciatori sono forniti di assicurazione,peccato che quasi mai il sistema sanitario riesca a recuperare le spese da esse.
La stagione venatoria ha portato al suo carniere un grosso numero di vittime umane,come tutte le stagioni passate;sono stati ottanta i feriti,di questi, sessanta due sono i cacciatori e gli altri 18 sono civili rimasti vittime del fucile dei cacciatori.
Se prendiamo tutto il 2013 i feriti salgono a oltre 100 solamente tra i cacciatori con una spesa media di cure e degenza ospedaliera a carico dello stato di 4.540 euro a persona,senza contare i soldi che lo Stato deve (in questo caso giustamente) spendere per curare i feriti civili da armi da caccia.
Altro dato sorprendete riguarda la media di età dei feriti tra i cacciatori che supera abbondantemente i 66 anni.
Molte di queste persone girano armate nelle nostre campagne dopo le abbondanti mangiate di mezzogiorno annaffiate da numerosi calici di vino e concluse con amari e liquori digestivi.
Il presidente dell'AIDAA torna a proporre alcune semplici norme di limitazione della caccia e di tutela dello sperpero del pubblico denaro che io personalmente condivido:

  1. vietare l'uso del fucile agli ultra sessantenni
  2. spostare a un chilometro il limite minimo di caccia dalle case di civile abitazione
  3. obbligo di pagamento delle spese mediche in caso di ferimento
  4. obbligo di testamento e deposito di cauzione pari al costo del funerale di terza categoria per i cacciatori prima dell'inizio della stagione di caccia visto che si ammazzano tra loro.
  5. introduzione del delitto di omicidio e tentato omicidio a causa della caccia.
Inserendo queste semplici norme sono convintissimo che la storica passione di questi amanti della distruzione sistematica dell'ecologia verrà notevolmente ridimensionata,riducendo ulteriormente il numero dei partecipanti allo sperpero delle nostre risorse economiche.



25 ottobre 2013

CACCIA NUOVAMENTE SOSPESA IN LIGURIA

(AGENPARL) - Genova, 24 ott - Le associazioni ambientaliste  WWF, LAC e V.A.S. , promotrici del ricorso che ha portato il 15 ottobre scorso alla sospensiva (per 4 giorni) del calendario venatorio regionale della Liguria 2013/14 , tramite  Decreto Cautelare del Consiglio di Stato n. 4023, 
ottengono un secondo stop alla stagione di caccia.
Stamane, 24 ottobre, le stesse associazioni hanno ottenuto, dopo che lo studio legale del prof. Daniele Granara ha lavorato alacremente nel week-end ad un nuovo ricorso, un Decreto Cautelare urgente del presidente TAR Liguria, con cui si sospende - sino alla trattazione da parte dell'intero collegio stabilita per il 13 novembre prossimo-  la delibera della Giunta Regionale del 18 ottobre, ossia quella che col placet della IV commissione consiliare poi riunitasi eccezionalmente di sabato, aveva varato un calendario venatorio transitorio per riaprire la caccia.
Ma il nuovo provvedimento "tappullo" proposto dall'assessore Briano era carente dei pareri obbligatori della Commissione faunistica consultiva, e di quello dell' Istituto Superiore  per la Ricerca Ambientale, che peraltro aveva già in precedenza abbondantemente disatteso.
Chi si reca a caccia ora rischia una denuncia penale (pena da tre mesi ad un anno) , il sequestro di armi e  munizioni,  e la sospensione della licenza da uno a tre anni.
Stop da subito ad ogni forma di caccia per i quasi 18.000 cacciatori liguri.
Commentano WWF,  LAC e VAS: "Il consigliere regionale Bruzzone può tornare
ai suoi sonni sul pavimento o sui divanetti del consiglio regionale; per quanto ci riguarda la normativa sulla salvaguardia e gestione della fauna selvatica deve essere rigorosamente rispettata anche in Liguria, se per caso non si fosse ancora capito laggiù in Via Fieschi".
Il mondo ambientalista continuerà a vigilare, anche tramite i propri legali, contro eventuali nuove delibere gattopardesche, che tentino di cambiare qualche virgola eludendo il parere dell'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale ; criticità erano già state evidenziate riguardo ai periodi di caccia troppo lunghi per alcune specie in inverno (tordi , beccacce), e al numero eccessivo di giornate di caccia nei mesi di ottobre e novembre, in cui si concentra il passaggio autunnale dei migratori. La Regione Liguria è priva di un piano faunistico regionale aggiornato, come prevede la normativa statale.
Purtroppo  l'assessore regionale Briano quest'anno ha evitato un serio confronto  che portasse ad un calendario venatorio redatto nel rigoroso rispetto della normativa statale vigente, quando i dovuti  passi per evitare censure dei giudici amministrativi potevano essere percorsi con un minimo di buon senso, senza coltivare le frange più esagitate del mondo venatorio.

25 settembre 2013

VENGHINO SIGNORE E SIGNORI CHE LA CACCIA ABBIA INIZIO


di Stefano Bovone

Siamo vicini, manca poco, il momento dell'annuale mattanza è in arrivo, lo sterminio di innocenti che si ripete ogni anno con regolare cadenza, con il bene placido di amministratori corrotti che fanno di tutto per calpestare i diritti di molti a scapito degli interessi di pochi, anzi pochissimi, di quell'1% che con le misere tasse che paga, rispetto al danno incalcolabile che compie, con arroganza e in nome di quella insana passione tiene per le "palle" i politicanti che ci governano, che tutto fanno tranne il bene dei cittadini.

Quelle Regioni che con menefreghismo consolidato e affinato nel tempo, annualmente, incuranti di disposizioni nazionali e internazionali, propongono calendari all'insegna dello sterminio, amministratori che impunemente, anche quando sbagliano, non pagano mai personalmente ma liquidano il problema con i soldi dei contribuenti.

I ricorsi annuali vinti dalle associazioni non fermano questo malgoverno, le delibere d'urgenza scavalcano le sentenze della magistratura e accontentano amici e amici degli amici, permettendo loro di giocare con l' artificiale estensione " del pene", di poter sconfiggere il loro senso di frustrazione e quei problemi di inferiorità cerebrale, il fucile in mano dona quella sensazione di onnipotenza e permette di sentirsi vivi nella frazione temporale in cui si preme il grilletto, padroni del destino di creature innocenti, giudici e carnefici di reati non commessi.

Un esercito di persone con problemi psichici che girano per le campagne,  armati e pronti a spargere sangue e le associazioni di categoria pur di incassare la tessera associativa non li allontanano dalla loggia.
Amanti della natura che quest'amore sviscerato costringe a diventar bracconieri, ad infrangere le regole e le leggi perchè troppo limitative per il loro grande cuore.

Ogni giorno vittime e colpevoli di incidenti che noi tutti paghiamo, spese mediche e recuperi addebitati alla collettività.
Persino quando c'e' un reato non fermiamo il loro amore e permettiamo che possano compierne altri prima di essere giudicati, perchè, tanto si sa, i controlli sono pochi e nella campagna ci si nasconde bene.

Quante mazzette versate per l'amore della natura e quanti amministratori pronti ad accogliere la richiesta di sangue da parte di questi cittadini, nel nome di quel metodo politico consolidato nel tempo, del metodo "all'italiana" cosi' egregiamente funzionante.

Tutti i vecchi schieramenti cercano di trarre un guadagno da tutto questo, fedeli alla politica del "rubo a più non posso",  enfatizzano i danni provocati dagli animali per essere legittimati ad autorizzare le grandi stragi, proprio come si fa nelle guerre, dove si trova il capo espiatorio per permettere l'intervento massiccio e il l'uso massivo di arsenale bellico.

Campagne contaminate e falde acquifere inquinate dal piombo riversato, raccolti e terreni violati alla ricerca di quell'animale nemico che si arroga il diritto di voler vivere

Loro indifesi e pronti a pagare l'ennesima follia umana, l'ennesima pazza decisione dei politicanti della domenica, di quelli che hanno fatto dalla delinquenza la loro prima occupazione e che professano il piacere delle penetrazioni anali ma sempre con il "culo degli altri", difensori di quella casta che si assottiglia annualmente grazie all'incorruttibile lavoro del tempo che trascina con se questi amanti plurisettantenni, del resto siamo abituati ai plurisettantenni delinquenti in Italia.

Ci sediamo e aspettiamo , spettatori dello spettacolo, nella attesa dell'ultimo atto  con la morte a conclusione.

"VENGHINO SIGNORE E SIGNORI IL MOMENTO E' ORMAI GIUNTO, SI APRA IL SIPARIO E CHE ABBIA INIZIO LA TRAGEDIA "


12 settembre 2013

APERTURA DELLA STAGIONE VENATORIA: LA LAC CONTESTA LE STATISTICHE DELL'INDUSTRIA DELLE ARMI E PREPARA LA MANIFESTAZIONE PER IL 14 SETTEMBRE A FIRENZE

Nell'imminenza dell'apertura generale della stagione venatoria, fissata per un'ora prima dell'alba di domenica 15 settembre, fervono gli ultimi preparativi per la manifestazione in difesa della fauna selvatica, prevista per il giorno precedente (14 settembre p.v., ore 15.00), con ritrovo in Piazza Indipendenza, a Firenze.
I ricorsi contro i calendari venatori regionali (le regole puntuali per cacciare in ogni territorio) presentati nel corso del 2012 dalla LAC e da altre associazioni ambientaliste si sono tradotti in un 80% di pronunciamenti della magistratura amministrativa (T.A.R., Consiglio di Stato) che, attraverso decreti cautelari, ordinanze di sospensiva o sentenze di merito, hanno generalmente rilevato e censurato vizi di forma ed abusi da parte delle amministrazioni regionali, che spesso hanno immotivatamente eluso il parere obbligatorio dell'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA), riguardo ai limiti per gli abbattimenti, ai periodi di caccia per specie in declino, all'uso di munizionamento per la caccia agli ungulati che - con la cottura di residui di piombo- aumenterebbe la tossicità della selvaggina destinata al consumo.
La Lega per l'Abolizione Caccia cerca di tutelare anche i proprietari e dei conduttori dei fondi (compresi nell'80% del territorio agro-silvo-pastorale ove si svolge la caccia), per azioni risarcitorie nei confronti delle giunte regionali che da oltre 20 anni ignorano una norma statale sulla corresponsione del c.d. "canone venatorio". Nessuna Regione, infatti, ha mai dato effettiva attuazione all'art. 15 della legge nazionale n.157 del 1992 sulla disciplina della caccia.
La disposizione, ai fini della gestione programmata della caccia, impone che sia "dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura della amministrazione regionale in relazione alla estensioni, alle condizioni agronomiche, alle misure dirette alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente"; una spesa a cui si dovrebbe far fronte con gli importi delle tasse di concessione venatoria regionali, ma a cui le Regioni stesse non hanno mai adempiuto.

09 settembre 2013

NEL MIO TERRENO BASTA CACCIA!




Importantissimo pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) in materia di caccia e proprietà privata.
La sentenza Cedu, Grande Camera, 26 giugno 2012, Hermann vs. Germania ha introdotto una sorta di diritto all’obiezione di coscienza venatoria in favore del proprietario dei terreni che non intenda consentirvi l’esercizio della caccia.
Infatti, il proprietario di un fondo rustico non è obbligato a tollerare che altri vi pratichino la caccia, se in contrasto con le proprie convinzioni personali e morali.
Essendo l’attività venatoria esercitata a fini prevalentemente ludici, una legislazione nazionale non può impedire al proprietario di negare l’accesso al proprio fondo quando la caccia è vista da chi non la pratica come una ingerenza sproporzionata di terzi nella propria sfera privata.
Non rileva la considerazione (opinabile) secondo cui la caccia soddisferebbe interessi generali per la tutela delle coltivazioni contro i danni provocati dalla fauna selvatica e nemmeno il conferimento di un compenso per la tolleranza della presenza dei cacciatori rispetto alla perdita del diritto del proprietario terriero a manifestare i propri convincimenti a favore della protezione della fauna selvatica.
I giudici hanno adottato, quindi, una linea interpretativa che contempla un concetto ampio di proprietà, riconoscendo al titolare non soltanto un diritto reale sul bene (il terreno), ma anche un vero e proprio diritto di esprimere e attuare, attraverso il fondo, le proprie idee. Vengono, cioè, garantiti il diritto a non subire invasioni di terzi nel proprio terreno e il diritto a non lasciare che le convinzioni altrui alterino il proprio rapporto con il fondo e con l’ambiente circostante, che si traduce nella libertà di non rendere disponibile il fondo per la cattura e l’uccisione degli animali selvatici.
La decisione adottata dalla Cedu assume forte rilevanza per l’Italia, fra gli Stati che consentono in via generale al cacciatore di entrare nei terreni altrui senza il consenso del proprietario.
Ricordiamo, infatti, che l’articolo 842 del Codice civile, commi 1° e 2°, dispone: “Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno. Egli può sempre opporsi a chi non è munito della licenza rilasciata dall’autorità”.

05 agosto 2013

IL GOVERNO IMPUGNA LA LEGGE REGIONALE PIEMONTESE SULLA CACCIA SU PROPOSTA DI LAC,WWF E PRONATURA

Governo impugna alla Corte Costituzionale la legge regionale piemontese sulla caccia nelle aree contigue ai parchi regionali.
Accolte le tesi ambientaliste .
Nella seduta del 02/08/2013 il Consiglio dei Ministri, tra l'altro, ha deliberato di impugnare alla Corte Costituzionale parte della legge regionale del Piemonte n. 11 del 25/6/2013.
Si tratta del provvedimento regionale che consentiva anche ai cacciatori non residenti nei comuni delle aree contigue ai parchi di esercitare la caccia nelle zone "cuscinetto" esterne alle aree protette regionali.
Era stata messa in atto dal Consiglio Regionale una palese violazione della legge quadro statale sulle aree protette n. 394 del 1991, la quale stabilisce che solo i cacciatori residenti nei comuni delle "aree contigue" ai parchi possanoesercitarvi l'attività venatoria . La norma approvata dal Piemonte invece consentiva tale possibilità a tutti i cacciatori, compresi quelli forestieri.
Alla fine di giugno 2013 un dettagliato esposto ai Ministeri interessati era stato inoltrato da parte delle associazioni ambientaliste: Lega Abolizione Caccia, WWF e Pro Natura-Torino, per chiedere al Governo di ricorrere alla Consulta affinché la norma regionale sia dichiarrata incostituzionale.
Ora si dovrà attendere il giudizio della Corte Costituzionale, anche se quest'ultima già in altre 3 occasioni ha annullato identiche disposizioni della Regione Liguria.

02 luglio 2013

SIAMO RIUSCITI A FAR ESTINGUERE ANCHE I RINOCERONTI NERI

Il rinoceronte nero dell’Africa occidentale è ufficialmente estinto: a dare la notizia l’Unione Internazionale per la conservazione della natura (IUCN), che ha spiegato come dal 26 giugno scorso questa specie di rinoceronti possa essere considerata “persa per sempre”.
A seguito di un censimento di oltre 60.000 specie differenti, tra animali e piante, eseguito proprio al fine di aggiornare la lista nera degli animali ad alto rischio di estinzione, i ricercatori dell’IUCN si sono resi conto come, in Africa e nel resto del mondo, non esistano più rinoceronti neri dell’Africa occidentale.
Questa specie di rinoceronte nero è stata avvistata l’ultima volta nel 2006: gli esperti additano l’estinzione del rinoceronte nero dell’Africa occidentale principalmente al bracconaggio. In seguito al censimento infatti la IUCN sottolinea come in realtà siano molte le specie di rinoceronte a rischio.
Il Javan Rhino dell’Asia potrebbe essere il prossimo, se non verranno immediatamente messe in campo ed applicate politiche antibracconaggio stringenti e repressive, ma anche il rinoceronte bianco del nord è tra le specie considerate più a rischio: secondo gli esperti bisognerebbe semplicemente prendere esempio dal caso del rinoceronte bianco meridionale, a forte rischio estinzione alla fine dell’800.
Grazie a misure repressive e ad una crescente sensibilizzazione della popolazione e degli appassionati di caccia infatti oggi è possibile conteggiare più di 20.000 esemplari di rinoceronte bianco meridionale che scorrazzano liberi in Africa. Secondo Simon Stuart, Presidente IUCN:“Occorre applicare immediatamente delle urgenti misure, politiche e giuridiche, affinchè si elimini, o quantomeno si riduca, il rischio che altre specie seguano il destino del rinoceronte nero dell’Africa occidentale, misure che vanno implementate ed applicate con durezza.”

27 giugno 2013

PROTESTA ANCHE TU CONTRO IL MASSACRO DEGLI UNGULATI NELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA


Il manifesto con cui le Associazioni ENPA – LAV – LAC invitano tutti i cittadini della Provincia di Alessandria a protestare contro la ventilata ipotesi, promossa da CIA, Confagricoltura, di procedere a un ulteriore e inutile abbattimento di ungulati colpevoli, a detta loro, di causare danni all’agricoltura.
Come Associazioni animaliste, invece, esprimiamo tutto il nostro disappunto verso questa ennesima presa in giro posta in essere da parte di chi ha come scopo non dichiarato quello di favorire la caccia, contrabbandandola quale unica soluzione possibile per difendere la coltivazioni.
In realtà – come più volte inutilmente proposto da noi animalisti – metodi alternativi ed ecologici per rendere inoffensivi caprioli e cinghiali ce ne sarebbero, ma evidentemente gli interessi in gioco non sono compatibili con le politiche incruente a favore del Territorio.

Rafforza la nostra indignazione: invia una email di (ferma, ma garbata) protesta ai seguenti indirizzi, allegando l’immagine del manifesto.


alessandria@cia.it
info@confagricolturaalessandria.it
presidenza@provincia.alessandria.it
lino.rava@provincia.it
urp@provincia.alessandria.it
urp@regione.piemonte.it

14 giugno 2013

RISULTATI DELLA FALCONERIA CHE DILAGA NELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA CON IL BENESTARE DELLE ISTITUZIONI?

(AGENPARL) - Roma, 13 giu - Due pulcini (pullus) di Aquila del Bonelli (Aquila fasciata) sottratti dal loro nido nell’agrigentino lo scorso 8 maggio sono stati ritrovati dopo un mese dalla Sezione Investigativa CITES del Corpo forestale dello Stato in un rudere delle campagne di Alessandria. Individuato il presunto responsabile dell’illecito, denunciato all’Autorità Giudiziaria per violazioni alla normativa Cites e a quella sulla caccia e per maltrattamento animali. Durante la perquisizione, nell’immobile è stato scoperto anche un laboratorio clandestino per la riproduzione di anelli di marcaggio, certificati Cites olandesi falsi, corde e chiodi d’arrampicata e strumenti per il bracconaggio, oltre a numerosi animali morti conservati in congelatore.
Coordinati dalla dott.ssa Brunella Sardoni, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Agrigento, gli accertamenti condotti dalla Forestale hanno portato al rinvenimento e al sequestro oltre che dei due esemplari di Aquila del Bonelli anche di sei falchi pellegrini catturati illegalmente. Dalle indagini sarebbe emerso che tutti gli animali ritrovati sarebbero poi stati immessi nel mercato clandestino, dove un esemplare di Aquila del Bonelli accompagnato da documenti falsi o riciclati può valere fino a 15 mila euro.
La cattura dei due pulcini, ancora non abili al volo, avrebbe comportato un danno gravissimo alla conservazione di questa varietà di rapace, tutelata dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna minacciate di estinzione. Soltanto una ventina di coppie sopravvivono nell’habitat selvatico del nostro Paese. Tutte nidificano in Sicilia, dove sono costantemente minacciate.
Nel condurre le indagini, che rientrano nelle operazioni svolte in Sicilia dalla Forestale e che, coordinate da diverse Procure, sono finalizzate a reprimere il bracconaggio e la depredazione dei siti di nidificazione, gli agenti si sono avvalsi di fonti confidenziali e del supporto informatico e specialistico dei volontari della Lipu e del personale del Coordinamento rapaci della Sicilia.
Dal 2010 ad oggi sono stati sequestrati oltre 60 rapaci protetti, tra cui Aquile del Bonelli, Gipeti, Capovaccai, Falchi lanari e pellegrini. Gli animali verranno o liberati, alcuni con la tecnica dell’hacking cioè rimettendoli vicino al nido di provenienza, o introdotti in un progetto di conservazione della specie, come è avvenuto per Turi, un maschio di aquila liberato lo scorso dicembre nel palermitano, o come avverrà per uno dei due esemplari rubati nell’agrigentino lo scorso maggio che gli esperti del Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu “Bosco di Ficuzza”, nel palermitano, insieme agli specialisti della Riserva Regionale del Lago di Vico, nel Lazio, hanno recentemente curato e preparato al ritorno in natura.

30 settembre 2011

Nuovo regalo del partito per la caccia la Lega Nord ai cacciatori

La Lega da sempre schierata con le doppiette omaggia di nuove perle i cacciatori.


 ''Oggi, per la terza volta, la commissione Ambiente del Senato ha approvato la proposta di legge sulla caccia la quale tende a risolvere l'annoso problema delle sanzioni inflitte ai cacciatori che incolpevolmente praticano la caccia fuori provincia''. Lo rende noto il sen.Sergio Divina (Lega) che ha presentato la proposta di legge. In pratica, spiega Divina, ''i cacciatori, pur avendo un permesso provinciale e degli ambiti riserve dove andavano a cacciare e dopo aver pagato come permessi d'ospite, si vedevano sanzionati dalle autorita' di controllo venatorio e questo succede specialmente nell'Appennino Tosco-Emiliano''. Il provvedimento, fa sapere il senatore trentino, arrivera' in aula mercoledi' della prossima settimana. (ANSA) 28 settembre 2011

22 settembre 2011

Il Governo impugna la legge di modifica della Legge Regionale 7/95 sulla caccia !!!

Sconfitta l'arroganza e l'estremismo filo-venatorio della Regione Marche !!

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato, su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto e su conforme parere dei competenti Ministeri, 5 leggi regionali, tra cui la L. R. Marche n. 15/2011 ''Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 1995, n. 7 ''Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell'equilibrio ambientale e disciplina dell'attivita' venatoria''.
 
Un grande risultato per le Associazioni ambientaliste e anticaccia che, come per l'identico obiettivo raggiunto in Liguria, hanno lavorato insieme per contrastare una pessima Legge con punti di evidente incostituzionalità.
 
Un grande ringraziamento va alle Associazioni che si sono impegnate per raggiungere questo risultato, ovvero il WWF, la LAC, la LIPU, i VAS e l' ENPA e a tutti quelli che con le loro competenze e il loro impegno hanno reso possibile questa grande vittoria di oggi.  (Asca) Roma 22 settembre
 

20 settembre 2011

La giunta Zaia approva la delibera sulla caccia in deroga.

Zanoni: "Gravissimo affronto della Regione Veneto alla Corte di Giustizia europea." 

Oggi la Giunta Zaia ha approvato la delibera sulla caccia in deroga in tutta la regione del Veneto consentendo la caccia illegale alle specie Prispolone, Pispola, Frosone, Peppola, Fringuello e Storno protette in tutta Europa.
Andrea Zanoni, neo Europarlamentare e presidente della Lega per l´Abolizione Caccia del Veneto, ha così commentato l´approvazione della delibera:
"Questo di oggi e' un gravissimo affronto della Regione Veneto alla Corte di Giustizia europea nonché l'ennesimo contro la Direttiva "Uccelli".
Zaia con questa delibera ha compiuto un atto doppiamente grave perché da un lato vengono calpestate le norme della Direttiva europea sulla tutela degli uccelli migratori che non consentono questo tipo di deroghe, dall'altro viene evidenziato il palese disprezzo nei confronti della Corte di Giustizia Europea che lo scorso 11 novembre ci ha condannati a causa della normativa del Veneto sulla caccia in deroga.
A pagare le sanzioni europee per le reiterate violazioni alle norme e sentenze comunitarie dovrebbero essere i diretti responsabili di questi atti illegali e non i contribuenti.Trovo vergognoso che i nostri amministratori veneti, invece di pensare ai veri bisogni dei cittadini,  continuino accanitamente ad approvare norme riconosciute illegittime da tutti e  sotto dettatura della lobby venatoria più ingorda ed estremista.Entro breve depositerò alla Commissione Europea un'interrogazione prioritaria per chiedere l'apertura di una procedura d'urgenza straordinaria per ottenere la sospensione della delibera della Regione Veneto."