di Stefano Bovone
Nel XXI secolo c’è ancora gente che sostiene il ruolo fondamentale dell’attività venatoria e cosa gravissima è che la lobby dei cacciatori sia appoggiata dalle istituzioni che,per non perdere la ridicola tassa versata,svendono il nostro territorio e le nostre biodiversità.
Nel XXI secolo c’è ancora gente che sostiene il ruolo fondamentale dell’attività venatoria e cosa gravissima è che la lobby dei cacciatori sia appoggiata dalle istituzioni che,per non perdere la ridicola tassa versata,svendono il nostro territorio e le nostre biodiversità.
Ogni anno nel mondo si perdono decine di specie animali a
causa dei danni che molti cacciatori,in veste di bracconieri,provocano.
Dando per scontato che la caccia normale sia ormai solo un
sadico passatempo senza più nessuna giustificazione sociale e senza più nessun
motivo di esistere,se non il permettere di continuare a giocare con i fucili ad
uno sparuto numero di persone,andiamo ad analizzare la caccia di selezione.
Serve davvero questo tipo di attività per controllare i
fragili equilibri che regolano l’andamento della natura?
Sembra di no!
Recenti studi di ricercatori hanno evidenziato il fatto che
dove non è presente l’attività venatoria gli animali “nocivi” sono in numero
assai minore.
Analizziamo questo dato e cerchiamo di darne una
spiegazione;una delle possibili cause potrebbe essere il fatto che in natura
gli animali si autoregolano,cioè raggiunto il numero massimo di capi che un
areale può soddisfare come risorse alimentari e in mancanza di predatori,le
femmine partoriscono meno prole,questo è un fenomeno accertato e documentato
che succede in moltissime specie.
Altra possibile risposta,molto probabile,è che dove si
svolge attività venatoria,gli animali nocivi vengano rilasciati e foraggiati
volontariamente per creare quel sistema perverso che vedrebbe i cacciatori come
unica soluzione al problema da loro stessi creato e mantenuto.
La legge prevede che dove sussistono problemi oggettivi di
danni provocati dalla fauna selvatica le istituzioni debbano intervenire per
arginarlo,approntare una serie di strategie e poi solo in “extrema ratio”
sentito il parere dell’Ispra procedere all’abbattimento.
In molti casi questo non avviene e si procede alla mattanza
come “prima ratio”senza preoccuparsi neppure del parere dell’Ispra che tra
l’altro non è nemmeno vincolante.
Si va a creare quindi un meccanismo vizioso che permette ai
cacciatori di selezione di praticare in qualsiasi momento dell’anno la loro
passione e permette anche di guadagnare dei soldi soprattutto come ATC(Ambiente
territoriali caccia) gestiti regolarmente dalle associazioni venatorie.
Poche settimane fa il governo ha anche approvato con decreto
legge la possibilità per le regioni di decidere autonomamente le specie da
eradicare,affidando nuovamente ulteriore potere alle associazioni venatorie.
Il giro di denaro derivato dall’attività venatoria è assai
elevato finalizzato però sempre alla repressione e mai alla prevenzione.
Le provincie pagano parecchi soldi ogni anno,come rimborso
ai contadini per i danni subiti dagli “animali nocivi” e per gli incidenti
provocati da questi ,ma non investono o investono ridicole somme per la
prevenzione che a lungo termine porterebbe sicuramente a risultati migliori.
Non sono usati e promossi i dissuasori acustici che hanno
riportato ottimi risultati dove sono stati utilizzati;non vi è una
pianificazione stradale che tiene conto della necessità degli animali di
attraversarle costruendo degli attraversamenti per la fauna selvatica e non
vengono posizionati i dissuasori luminosi ai margini della carreggiate.
Questi sono solo alcuni dei piccoli accorgimenti che si
potrebbero utilizzare per evitare di risarcire successivamente i danni e per
evitare che intere specie vengano additate come “nocive”.
Vero sarebbe,però,che se si iniziasse a fare una politica di
prevenzione e non di repressione tutto quel 1% di popolazione che si diverte a
scorrazzare armata facendo incetta di selvaggina perderebbe la possibilità di
praticare il proprio hobby,non importa se questo provoca inquinamento nelle
campagne per il piombo delle munizioni o se le persone non possono uscire nei
cortile di casa per la guerra armata a cui devono assistere indifesi o gli
incidenti che annualmente sono centinaia con decine di morti e per non parlare
dell’ecatombe degli animali che si aggira a centinaia di milioni solo in Italia,
ma tutto questo sono inezie paragonate al sano hobby del cacciatore!
S.B.
S.B.