di Stefano Bovone
Di incidenti si muore,un’affermazione che non rivela nessuna grossa novità, infatti in questi giorni è in fase di approvazione il reato di omicidio stradale che prevede l’ergastolo della patente,qual’ora il guidatore fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti o di alcolici.
Di incidenti si muore,un’affermazione che non rivela nessuna grossa novità, infatti in questi giorni è in fase di approvazione il reato di omicidio stradale che prevede l’ergastolo della patente,qual’ora il guidatore fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti o di alcolici.
Sempre troppo spesso i pirati della strada vedono impuniti i
loro crimini ma da qui a poco non sarà più così.
Sicuramente una legge dettata dal buon senso e degna di un paese
che vuole percorrere il sentiero della sicurezza, anche se il tragitto risulta
ancora lungo e tortuoso.
C’è ,però, una serie di incidenti le cui vittime non ricevono
la giustizia che meritano e sono le vittime dei cacciatori;le vittime di quel
perverso gioco che pone attempati frequentatori delle campagne con il fucile in
cima alla catena naturale e parlo di vittime umane che per un disgraziato
scherzo del destino si trovano sulla traiettoria di tiro di questi giustizieri
della domenica.
Sempre più spesso gli incidenti salgono alla ribalta nella
cronaca dei giornali e come sempre,assuefatti dall’ ipocrisia che
contraddistingue il popolo italiano, volgiamo lo sguardo altrove,come se non
vedendo il problema scomparisse o si risolvesse,ma così non succede e annualmente
decine di persone rimangono vittime di questa violenta tradizione.
Se sei un cacciatore l’incidente è in conto, fa parte
“dell’hobby”, ma se sei una persona comune,magari un abitante cittadino non
metti in preventivo che la tranquilla gita domenicale potrebbe trasformasi in
una tragedia e quest’anno siamo a quota 26 vittime e la stagione è iniziata da
20 giorni.
Che sia un’attività molto pericolosa lo sanno anche i nostri
politici e nel dicembre del 2007 hanno istituito un fondo speciale per
coprire i danni provocati dai cacciatori senza assicurazione o da quelli
sconosciuti e indovinate un po’chi paga i soldi per garantire il fondo?Ovviamente
noi!
Spesso le pause per il pranzo si trasformano in gioviali bevute
di vino e super alcolici,trasformando la caccia poi del pomeriggio in uno
smaltimento di alcol etilico,raddoppiandone la pericolosità.
Così,come succede,giustamente,per chi guida,anche chi va per
le campagne armato dovrebbe essere sottoposto a controlli alcolemici e
tossicologici e chi sorpreso in flagranza di reato dovrebbe trovarsi oltre che
la condanna anche la licenza ritirata a vita,una sorta di ergastolo per il
porto d’armi,misura sicuramente molto distante da quello che succede
attualmente che si traduce nella maggioranza dei casi in un’ammenda.
Ma non solo l’introduzione dell’omicidio venatorio dovrebbe
diventare una legge, anche i controlli per il rilascio della licenza di caccia
dovrebbero avvenire annualmente e non ogni 5 anni come adesso.
Per una popolazione di cacciatori ultra settantenni le
condizioni fisiche cambiano, a volte da mese a mese e non ogni quinquennio;ad
una certa età riflessi e vista calano spaventosamente e le cronache degli
incidenti lo confermano;quest’anno più che mai sembra che il tempo e la
vecchiaia di questi avventori delle campagne faccia sentire il suo peso.
Un nuova proposta di legge che preveda anche l’assicurazione medica obbligatoria con il
recupero in elisoccorso a pagamento, per chi si ferisce durante l’attività
venatoria;non essendo considerata la caccia nemmeno più uno sport dal C.O.N.I.
la copertura sanitaria dovrebbe diventare privata.
Campagne più sicure con meno gente che le frequenta armate
di fucile e certezza della pena per chi provoca incidenti,sarebbero e magari
presto saranno,un’ottima ricetta per assecondare il volere della popolazione
che si vede contraria per un 80% a questa pratica anacronistica.
Qui di seguito i dati del numero delle vittime,suddivise per anni,pubblicati dall' Associazione vittime della Caccia: