28 aprile 2015

INTERESSI ECONOMICI PRIMA DELLA SALUTE DEI CITTADINI CON "SI ALLA CARNE:PIACERE SENZA RISCHI"

di Stefano Bovone

Campagna #iomangiosostenibile 

Per correre ai ripari a seguito della diminuzione di consumo di carne da parte degli Italiani le associazioni Federcarni e Confcommercio hanno dato il via all’iniziativa volta a sensibilizzare i consumatori dal titolo "Sì alla carne: piacere senza rischi".

Cosa non si farebbe per portare l’acqua al proprio mulino,persino andare contro alle evidenze scientifiche che dimostrano la pericolosità di questo cibo,causa di moltissime malattie che affliggono il mondo occidentale e della maggior parte di decessi.

La carne oltre ad essere dannosa per l’organismo umano crea anche una serie di problemi,per il pianeta a seguito dell’allevamento,per  la sua produzione,oltre a creare squilibri molto marcati tra paesi ricchi e paesi poveri.

Come già riportato in altri articoli su questo blog,per la produzione di carne vengono abbattute migliaia di chilometri di foreste e aree boschive,inoltre il sistema di trasformazione dai cereali alla carne è un sistema altamente controproducente con un fortissimo impatto ambientale.

La FAO è allarmata dai dati scaturiti che evidenziano come per produrre  1 kg di carne servano 15-20mila litri d'acqua, per far crescere un pomodoro 13 litri, per un caffè 140 dimostrando così che questa abitudine alimentare possa causare una crisi globale d’acqua.

Inoltre l’allevamento ha anche un altissimo costo a livello ambientale per l’elevato quantitativo di gas serra che viene prodotto,in pratica per un kg di carne si emettono 36,4 chili di anidride carbonica; si rilasciano nell’ambiente sostanze fertilizzanti pari a 340 grammi di anidride solforosa e 59 grammi di fosfati. In pratica produrre un chilo di carne ha lo stesso impatto ambientale di un’auto media europea che percorre 250 chilometri!


Risulta così preoccupante e fuorviante il messaggio di marketing proposto da queste due associazioni che arrivano al punto di affermare dalle parole del presidente dell’Associazione nazionale che il macellaio dovrebbe diventare la persona di fiducia a cui rivolgersi per avere consigli sulla salute e su una sana alimentazione e, inoltre, che esiste uno studio universitario che ribalta il luogo comune degli ultimi 30 anni, secondo cui la carne provoca patologie metaboliche e cardiovascolari, smentendo così la cospicua mole di dati scientifici sulla relazione tra elevato consumo di carne e impatto sulla salute.





NO AI GRASSI: secondo le tabelle di composizione nutrizionale dell’Istituto nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, infatti, la percentuale di calorie fornita dai grassi, nei più comuni prodotti carnei, è superiore al 40% e una significativa percentuale dei lipidi della carne è costituita da acidi grassi saturi, che contribuiscono all’insorgenza delle patologie cardiovascolari.
NO AL COLESTEROLO: secondo l’Health ABC Study, i cibi di origine animale e, in particolare, la carne sono le uniche fonti alimentari di colesterolo, che, a sua volta, viene associato al rischio cardiovascolare.
NO ALL’OBESITA’: numerosi studi epidemiologici mettono in relazione il consumo di carne con l’aumento ponderale, il sovrappeso e l’obesità, evidenziando invece l’effetto protettivo dei cibi di origine vegetale. E se non bastasse, il consumo di carne è associato, anche, ad un aumento dell’insorgenza della sindrome metabolica e del diabete, che sono importanti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
NO AGLI SQUILIBRI ALIMENTARI: lo studio della American Dietetic Association, fatto sulle popolazioni vegetariane e vegane, dimostra come regimi alimentari privi di carne siano perfettamente equilibrati per tutte le età e per chi pratica sport, e, soprattutto, come abbiano un effetto protettivo contro le cardiopatie ischemiche, l’ipertensione, il diabete e il cancro, soprattutto, del colon-retto e della prostata, le nefropatie, la demenza senile, la diverticolite e i calcoli alla cistifellea. Al contrario, secondo l’Associazione americana, è la promozione del consumo di carne ad aumentare il rischio di squilibri alimentari, come l’eccesso di apporto di grassi saturi, colesterolo e proteine animali e l’insufficiente apporto di fibre ed antiossidanti.
NO AD ANEMIA E SPOSSATEZZA: il confronto dell’incidenza di anemia sideropenia, in gruppi di soggetti vegetariani e soggetti onnivori, non ha rilevato differenze statisticamente significative.

Non permettiamo alle lobby di continuare a prenderci in giro.

Di seguito il comunicato stampa inviato da Federcarni e Confcommercio a presentazione della campagna:

http://www.confcommercio.it/dettaglio-sala-stampa/-/asset_publisher/qvGvn0IHoJ9o/content/comunicato-50-2015-su-campagna-federcarni-confcommercio/pop_up?_101_INSTANCE_qvGvn0IHoJ9o_viewMode=print