09 luglio 2014

LIBERAZIONE ANIMALI ....NON CONFONDIAMOCI!


La liberazione degli animali non coincide con la liberazione umana. Sebbene tutti i movimenti di liberazione siano in molti modi interconnessi, ritenere che lavorare per la liberazione animale sia la stessa cosa che lavorare per la liberazione umana, solo con vittime differenti, è uno dei più gravi errori che gli attivisti possano fare. 
Infatti, il non apprezzare la specificità del movimento per la liberazione degli animali è causa di due seri problemi: la disperazione che può portare all’esaurimento e gli errori strategici.

Ci sono tre caratteristiche principali che distinguono il movimento per la liberazione degli animali dalla maggior parte degli altri movimenti: innanzi tutto, la portata degli investimenti istituzionali e personali nel mantenere uno status quo specista non ha paralleli nelle altre forme di sfruttamento della storia dell’umanità; inoltre, gli animali non possono difendersi da soli e viene così a mancare una potente fonte di prova e di testimonianza; infine, gli animali sono considerati proprietà, e non persone giuridiche, cosa che limita seriamente la capacità degli attivisti di usare canali legislativi per realizzare il cambiamento.

Scopo e potere dello specismo:
Il movimento per la liberazione degli animali combatte ciò che, a buon diritto, può essere definita la forma di sfruttamento più radicata e più diffusa nella storia dell’umanità: lo specismo. Ciascuna istituzione principale appoggia lo specismo, comprese l’istruzione, la medicina, la scienza, la nutrizione, le istituzioni, e l’intrattenimento. Inoltre, praticamente ogni essere umano trae diretto beneficio dall’uso degli animali: i prodotti di origine animale comprendono gran parte di ciò che la gente mangia, indossa e usa per l’igiene personale; e pure i consumatori rispettosi degli animali acquistano prodotti poco costosi provenienti da sottoprodotti di origine animale, come colla, pellicole, medicinali contro il raffreddore e cosmetici. Come sottolinea Peter Singer, non molte persone possono guardare all’oppressione degli animali con il distacco che possono avere verso gli altri problemi sociali; perfino i bianchi del Nord avrebbero potuto avere una visione più obiettiva sulla questione della schiavitù, dal momento che avevano un minor coinvolgimento personale nel mantenere la tratta degli schiavi.

Inoltre le persone sono psicologicamente rese complici nel mantenere lo specismo. La credenza nella superiorità dell’uomo rispetto agli animali è a tal punto antica e radicata che sostenere diversamente è considerato ridicolo e perfino offensivo. Imparare a vedere se stessi come un filo appartenente alla rete della vita, piuttosto che in cima a una scala gerarchica, richiede la volontà di rinunciare al privilegio e un senso di superiorità, cosa che si ottiene, generalmente, con grande sforzo. È, infatti, importante comprendere che il cambiamento è e sarà lento. È troppo facile demoralizzarsi e esaurirsi per aver sottostimato la vastità della lotta per la liberazione degli animali.

Attivisti come difensori degli animali che non possono difendersi da soli:
La maggior parte dei movimenti di liberazione sono stati fondati da persone motivate da un interesse personale, che combattevano per i diritti del loro stesso gruppo. In generale, le stesse vittime dello sfruttamento divengono gli attivisti per il cambiamento, raggiunti dagli altri solo in seguito, con l’evolversi del movimento. E perfino quei movimenti che dipendevano da attivisti esterni, come i movimenti per la protezione dei bambini e per l’abolizione della schiavitù, sono stati in grado, ad un certo punto, di includere le voci delle vittime.
Gli attivisti per la liberazione degli animali devono parlare a nome di vittime che, letteralmente, non possono parlare per loro stesse e ciò pone una sfida importante. Le vittime dirette hanno molta più autorità morale per richiamare l’attenzione sulla loro stessa sofferenza; spesso gli è consentito, e perfino ci si aspetta, che siano indignati e senza peli sulla lingua. D’altro canto gli attivisti che parlano a nome delle vittime appaiono moralisti quando parlano francamente in loro vece. Per esempio il pubblico è molto più simpatetico quando sono i veterani a parlare della loro esperienza personale piuttosto che quando i pacifisti raccontano la sofferenza dei soldati. Quando sei un attivista sei considerato uno che si pone su un livello morale superiore cosa che può far sentire gli altri moralmente inferiori e fargli assumere un atteggiamento difensivo per non aver fatto la tua stessa scelta.
Per questa ragione, è importante formulare il tuo messaggio come potenziante anziché accusatorio e, di conseguenza, scegliere di invitare le persone nel movimento come alleati piuttosto che discostarsi da loro perché avversari. Il sistema specista vittimizza tutti – inclusi gli esseri umani. Le persone umane fanno scelte inumane principalmente perché disinformate o informate male e sono spesso schioccate e imbarazzate quando capiscono ciò a cui hanno contribuito. Nessuno vuole identificarsi con il cattivo, e le persone faranno di tutto per evitare di vedersi sotto una luce negativa, anche rifiutare di sostenere una causa in cui altrimenti potrebbero credere. Il grande pubblico non è il nemico; il nemico sono il sistema e coloro che detengono il potere. Quando gli attivisti considerano le persone come compassionevoli e capaci di prender parte alla soluzione hanno meno probabilità di essere percepiti come moralisti e arroganti.

Lo stato di proprietà degli animali:
Conformemente alla legge americana, si può essere una persona giuridica[1] o una proprietà. Alla prima sono concessi diritti fondamentali, come quello che garantisce la protezione dalle aggressioni fisiche da parte di chicchessia. Ovviamente l’essere titolari di questo diritto non garantisce alle persone giuridiche una vita priva di danni ma gli permette di adire il tribunale qualora li subiscano. Di contro, solo chi è il titolare del diritto di proprietà può farlo valere. I danni alla proprietà privata sono considerati dal diritto come risarcibili o meritevoli di valutazione legale solo nella misura in cui il suo proprietario li abbia subiti. Per esempio una macchina non può citare in giudizio qualcuno perché è stato rotto il suo parabrezza ma il suo proprietario sì.
Oggi tutti gli esseri umani sono persone giuridiche e gli animali costituiscono oggetto di proprietà. È importante comprendere lo status di proprietà degli animali per due ragioni. Per prima cosa, esso chiarisce perché il successo del movimento di liberazione degli animali sarà più lento di quello di altri movimenti. A parte alcuni movimenti ambientalisti (e il movimento contro l’aborto) gli altri movimenti hanno combattuto per i diritti di persone giuridiche, non per la proprietà, anche gli schiavi africani erano considerati per tre quinti persone. Pertanto gli altri movimenti hanno cercato di estendere i diritti, e non di ottenere un riconoscimento legale dei diritti – un processo molto meno complicato.
Seconda cosa, alcuni attivisti ritengono che un punto centrale del movimento dovrebbe essere il conseguimento dello status di persona per gli animali, poiché considerano lo status di proprietà come il più grosso ostacolo per la loro liberazione. Infatti, se gli animali fossero persone avrebbero il diritto legale a essere protetti dalle lesioni fisiche. La personalità giuridica degli animali darebbe agli attivisti un enorme margine di manovra nella loro lotta contro lo sfruttamento degli animali.
Un movimento strategico per gli animali è quello in cui gli attivisti sono consapevoli e sensibili all’unicità del movimento. Comprendendo ciò, essi possono avere aspettative realistiche e sviluppare strategie appropriate, e, in tal modo, accelerare significativamente la crescita del movimento.

- Melanie Joy -  
Psicologa e sociologa presso la University of Massachusetts di Boston.