09 febbraio 2015

L’ISOLA CHE NON C’E' ESISTE MA E' MENO FANTASTICA DI QUEL CHE SI POSSA IMMAGINARE



di Stefano Bovone

Nell’isola che non c’è potremmo immaginare di trovarci Peter Pan e Trilli o altri personaggio dotati di poteri magici,abitanti di un mondo incantato,invece troviamo plastica e spazzatura,anzi l’isola è proprio formata solo da rifiuti per chilometri quadrati,centinaia di migliaia di chilometri quadrati,le stime vanno da 700.000 a 10 milioni di km quadrati di immondizia,ma non è possibile misurarla con precisione visto l’enormità dell’area e con un peso complessivo di plastica e rifiuti stimato di 3 milioni di tonnellate circa.

L'accumulo si è formato a partire dagli anni cinquanta,a causa dell'azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico (North Pacific Subtropical Gyre),dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario,il centro di tale vortice è una regione relativamente stazionaria dell'Oceano Pacifico ,che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro formando una enorme "nube" di spazzatura presente sotto i  primi metri della superficie oceanica.

Questo accumulo informalmente viene chiamato con diversi nomi,tra cui Isola orientale di Immondizia' o Vortice di Pattume del Pacifico.(Pacific Trash Vortex).

I rifiuti galleggianti di origine biologica sono spontaneamente sottoposti a biodegradazione, e in questa zona oceanica quindi si sta accumulando una enorme quantità di materiali non biodegradabili come la plastica e rottami marini. Anziché biodegradarsi, la plastica si fotodegrada, disintegrandosi in pezzi sempre più piccoli fino alle dimensioni dei polimeri che la compongono, la cui ulteriore biodegradazione è molto difficile.La fotodegradazione della plastica può produrre inquinamento da PCB.


Il galleggiamento di tali particelle, che hanno un comportamento idrostatico simile a quello del plancton, ne induce l'ingestione da parte degli animali planctofagi, causandone l'introduzione nella catena alimentare. In alcuni campioni di acqua marina presi nel 2001 il rapporto tra la quantità di plastica e quella dello zooplancton, la vita animale dominante dell'area, era superiore a sei contro uno.

Ricerche compiute dalla Woods Hole Oceanografic Institution hanno evidenziato come si sia formata una vera e propria nicchia ecologica,ribattezzata platisfera,dove miglia di organismi sono gli abitanti di questo nuovo mondo eterotrofi, autotrofi, predatori e simbionti, tra cui diatomee, batteri, alcuni dei quali apparentemente in grado di degradare la materia plastica e gli idrocarburi, si ritrovano anche agenti potenzialmente patogeni, come batteri del genere vibrio.

L’inquinamento prodotto dall’umanità in passato e procrastinato nel tempo ha raggiunto livelli impensabili e probabilmente sarà la causa della prossima grande estinzione,argomento che abbiamo già affrontato in passato in questo articolo(leggi qui).