05 dicembre 2014

VIAGGIO NELLA VIVISEZIONE E NEI COMPORTAMENTI ANTI ZOOFILI DELLE RELIGIONI

di Stefano Bovone

Credo che ormai tutti sappiano cosa sia la vivisezione ma per far ulteriore chiarezza sul termine,si intende per vivisezione tutti quegli esperimenti condotti sugli animali e non solo quelli che tendono a sezionare parti di animale da vivo e cosciente.

Oggi vorrei parlarvi dell’atteggiamento che hanno avuto in passato le varie religioni verso gli animali, ma soprattutto quello tenuto dalla chiesa cristiana,visto che è l'istituzione che ci tocca in modo più diretto e che manteniamo con  finanziamenti pubblici,anche con quelli di quelli come me che sono atei,quindi mi interessa particolarmente cosa ne pensano questi signori che percepiscono i nostri soldi.

Partendo da prima della religione cristiana troviamo una considerazione differente da area geografica per gli animali con una considerazione e un rispetto più marcato nella parte asiatica.

Nell'antico Egitto, i gatti erano stati dichiarati sacri  cinque secoli prima di Cristo, il quale dalle religioni asiatiche aveva assimilato gli insegnamenti di amore soltanto in parte, il Budda in Oriente predicava la compassione per tutte le creature, uomini e animali: «Io insegnerò la pietà agli uomini e sarò l'interprete di tutte le creature mute e lenirò lo smisurato dolore che non è solo dell'uomo ».

E il Corano: « Non c'è una bestia in terra né un uccello che vola che non sia un essere come te... Tutte le creature del Signore fanno parte della Sua famiglia».

In linea di massima però, le religioni monoteistiche come la giudeo cristiana e la mussulmana,con la scusa che l'uomo è l'essere supremo e che l'universo è stato creato per lui, sono contro gli animali e considerano tollerabile che gli animali soffrano per l'uomo.


L'opinione della Chiesa cattolica è principalmente a favore della vivisezione ed è rimasta coerente nel tempo pur subendo delle leggere correzioni di rotta. 
Nella versione originale del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992), l'articolo 2417 descriveva così la posizione rispetto alla vivisezione: "Dio ha consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. E' dunque legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per confezionare indumenti. Possono essere addomesticati, perché aiutino l'uomo nei suoi lavori e anche a ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali, se rimangono entro limiti ragionevoli, sono pratiche moralmente accettabili, perché contribuiscono a curare o salvare vite umane." 

Insomma la Chiesa prendeva posizione su una questione scientifica, dichiarando la sua adesione alla tesi vivisezionista! La cosa deve essere apparsa disdicevole a qualcuno dei consulenti del testo, sicché l'ultima frase è stata tempestivamente modificata in una Corrigenda di contenuti allegato successivamente al volume: 

"Le sperimentazioni mediche e scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane". 

A confronto della tesi della "necessità" della vivisezione, l'organo dei gesuiti cita il documento del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb 1997) e un articolo del 1989 di un "fisiologo" secondo cui "Le più grandi scoperte medico-biologiche di questi ultimi anni sono state fatte sugli animali" e tra queste elenca, con tipico disprezzo della verità storica, "la scoperta dell'insulina" […] di altri ormoni, delle vitamine, ecc." 

Ancora più estremista, se possibile,è stato un articolo pubblicato nel 2003, proprio il giorno di S. Francesco,in cui i gesuiti citano a difesa della vivisezione Garattini.Lo scopo dell'articolo è però,più in generale,boicottare il già travagliato iter legislativo della legge contro i maltrattamenti degli animali;vi si afferma, per esempio, che l'arresto fino a un anno e un'ammenda da 1000 a 10.000 euro per chi abbandona un cane o un gatto è "veramente eccessivo" (CC 2003).

Per completezza  di informazione bisogna anche dire che ci sono stati esponenti del mondo cattolico che si sono schierati contro la vivisezione tra questi il cardinale Henry E. Manning che nel 1882 dichiarò: "La vivisezione è una pratica detestabile.Niente può giustificare,né pretesa di scienza, né risultato congetturale, né speranza di scoperta,orrori come questi. E si deve anche ricordare che mentre questi tormenti,raffinati e indescrivibili,sono certi,il risultato è del tutto congetturale,ogni cosa circa il risultato è incerta, tranne la certa infrazione delle prime leggi della pietà e dell'umanità"[cit. in Preece 2003, p. 418]. 

Varrebbe la pena di indagare su che cosa abbia indotto la Chiesa cattolica a non abbracciare questa posizione limpida e onesta, che congiunge in maniera ineccepibile l'istanza etica con quella scientifica. 

Spezzando una lancia a favore dell'attuale Papa,lui si dichiara contrario alla vivisezione;diventa però difficile immaginare che,in quanto capo  dei gesuiti e vista la loro posizione,possa la chiesa orientarsi verso il riconoscimento dei diritti alla vita per  tutte le creature viventi,ma chi lo sa che in futuro,anche solo per opportunismo, visto la costante crescita del movimento animalista,le cose possano cambiare.In fondo,al momento la chiesa ha bisogno di recuperare fedeli.