18 luglio 2013

ADDIO ORANGHI

Tra pochissimi anni diremo addio ad alcuni tra i nostri parenti più prossimi del regno animale.
La stupidità umana e gli interessi economici, nuovamente vincitori sui valori etici che dovrebbero essere il pilastro della nostra esistenza, fanno da padroni e le generazioni future non potranno ammirare in natura questi grandi primati, se non forse in qualche documentario ormai  d'epoca o in qualche ricostruzione tridimensionale al computer.
L'uomo coltivatore di alberi da olio di palma ha sentenziato che gli oranghi, naturali abitanti di quelle zone, non fossero più graditi e li ha espropriati dei loro areali e la dove questo non bastasse li ha privati della vita stessa promuovendo una violentissima caccia in massa.
L'umanità, ottusa e menefreghista, mossa solo da egoistici interessi economici, mostra l'ennesimo comportamento autolesionista e da animali stupidi e suicidi  quali siamo, ci incamminiamo verso l'annichilimento del pianeta. 
Deprediamo e sperperiamo le risorse della nostra casa come se non ci fosse un domani, come se la nostra biosfera non fosse un ambiente da preservare per le generazioni future.
Le foreste del Borneo vengono costantemente distrutte per far posto alle piantagioni per produrre l'olio di palma.
Questo ingrediente,così ampiamente utilizzato, compare spessissimo tra i principali di quelli usati in molti prodotti alimentari industriali, eppure nessuno fa più caso alla sua presenza, nessuno riflette e ragiona da dove viene ricavato e quanta sofferenza rechi produrlo.
Essendo a basso costo e con un grande spettro d'impiego, copre circa il 21% del mercato mondiale di olio edibile ed è l'olio vegetale più usato dopo quello di soia.
La Nestlè, presa come capo espiatorio, è solo una delle numerose aziende che lo usano, visto anche i numerosi impieghi, non solo in campo alimentare ma anche in campo cosmetico.
Con la dicitura grasso/olio vegetale, entra in molti prodotti di uso quotidiano come cioccolato, biscotti, patatine, gelati, oli, alimenti congelati, margarina, shampoo, cosmetici, saponi e detersivi ed è impiegato anche per produrre biodiesel.
Ma per per far posto alle coltivazione viene sacrificata la foresta pluviale,  con grave danno ambientale e mettendo a rischio l'habitat degli oranghi.
Grandi associazioni a livello mondiale, come Greenpeace, si sono mosse con campagne shock denunciando la distruzione delle foreste torbiere indonesiane che portano come risultato l'estinzione degli ultimi oranghi e violenti cambiamenti climatici, inducendo, con forti pressioni, la multinazionale Nestlè ad annullare i contratti per la fornitura di olio di palma verso la Sinamars, maggiore produttrice al mondo, responsabile primaria di questo scempio.
Troppe, purtroppo, però, continuano a rimanere le aziende che lo utilizzano e l'Italia è uno dei maggiori importatori al mondo.