29 gennaio 2011

53.140.506 italiani contro la vivisezione – dove abbiamo fallito?


Cinquantatremilioniquattordicimilacinquecentosei (!) italiani sono contro ogni forma di sperimentazione animale. Ed anche se volessimo non considerare la popolazione di residenti senza cittadinanza italiana, il dato sarebbe comunque schiacciante. Chissà come interpretano questo dato gli europarlamentari nostrani (da Iva Zanicchi a Davide Sassuoli, passando per tutti gli schieramenti intermedi) che lo scorso otto settembre, arzigogolando incredibili giustificazioni, hanno votato la Direttiva ammazza animali frutto delle lobby vivisettrici e dei (poco rappresentativi) organismi politici dell’Unione Europea.
Senza se e senza ma. Agli italiani se gli si chiede cosa ne pensano delle vivisezione, semplicemente la buttano nel cestino. Addirittura a pensarla così è ben l’88%. E’ questo forse il dato più sorprendente, nel capitolo denominato “Pet Live: animali domestici e dintorni” inserito nel Rapporto Italia 2011, diffuso oggi dall’Eursispes. Appare rilevante come appena il 7,4% si dichiara abbastanza tollerabile verso la sperimentazione animale (chissà se gliela avessero posta come vivisezione ….) e solo l’8,2% a favore.
In sintesi vuol dire che il sentimento degli italiani verso un problema drammatico, quale quello della vivisezione, è più forte del potere del mastodontico apparato di clientele che notoriamente è in grado di generare il mondo della sanità e del farmaco in particolare.
Una politica succube anche di piccole lobby, dal momento in cui non si riesce a portare in campo neanche una legge contro gli animali nei circhi (del tutto scomparsa nei lavori della Camera dei Deputati) con appena il 10,1% degli italiani a favore del loro uso. Una volontà quantitativamente ridicola ma che evidentemente riesce ad influenzare le scelte di bassissimo profilo che evidentemente fanno breccia su parlamentari timorosi di prendere posizione su tutto.  Basti considerare l’eliminazione del divieto di amputazione di coda e orecchie di cani che pur era stato previsto nella stesura iniziale della recente legge “cuccioli”. Poi amputata grazie, anche alle lobby di cacciatori in parlamento.
 A tal proposito. Ma a quanti italiani piacciono ancora i cacciatori? Ad appena il 17,8%, mentre al 23,9% piacciono poco ed addirittura al 56,6% per niente. Eppure viviamo in un paese dove tutti i reati venatori sono solo di natura contravvenzionale. Se poi spari ad una specie protetta potrai continuare (per legge) a farlo, dal momento in cui per avere sospesa la licenza, devi tornare in futuro ad uccidere un’altra specie protetta (… ed ovviamente ad essere beccato).  Lasciamo poi perdere le pellicce, con appena il 14,1% a favore, senza che nel nostro paese esista una seppur minima previsione di regolamentazione del settore degli allevamenti nazionali, riuscendo però a portare in porto il divieto di pelli e derivati di foca (canadesi) e le pellicce di cane e gatto (perché di scandalo cinese).
Viene da chiedersi a questo punto da chi sono rappresentati gli animalisti, almeno nelle lobby parlamentari. E perché tanta sensibilità non viene più intercettata ed a dovere utilizzata (per gli animali).(GEAPRESS)
p.s.: vegetariani e vegani sono ben il 6,7%