di Stefano Bovone
Per la prima volta tracciato
in Italia il profilo del maltrattatore di animali o killer seriale e ne deriva
una persona incline a comportamenti antisociali e criminali anche nei confronti
della specie umana.
Principalmente maschio al 96%
dei casi e minorenne per un 27%, e’
quanto emerso da uno studio condotto dall’associazione Link-Italia e dal Nucleo
Investigativo per reati in Danno agli animali (NIRDA) del Corpo Forestale dello
Stato, su un’analisi di 942 casi in uno studio intitolato “Zooantropologia
della devianza”
Confermato anche da una
ricerca all’interno delle carceri, su un totale di 537
detenuti, l’87% ha assistito a maltrattamenti o uccisioni di animali o li ha
compiuti personalmente quando era minorenne.
Lo studio ha inoltre
evidenziato che l’età media in cui si manifesta la crudeltà sugli animali è tra i 4 o 5 anni.
In conclusione lo studio
evidenzia che il maltrattamento sugli animali è una spia di pericolo sociale,
sintomo di una potenziale situazione esistenziale patogena e predittiva di
comportamenti devianti o criminali (come omicidio, stupro, stalking o
rapina)" e che "infatti è stato inserito dall'Oms fra i sintomi del Disturbo
della Condotta, che è l'anticamera del Disturbo Antisociale in età
adulta". Per questo conclude: "Le istituzioni e le organizzazioni
sociali, devono educare ad atteggiamenti positivi verso gli animali".
Di conseguenza, come del
resto era già scaturito in studi precedenti, chi ha maggiore empatia verso
gli animali è naturalmente più propenso a manifestare empatia verso i propri
simili, esattamente il contrario di quello detto dal Papa nel suo ennesimo
inutile discorso nell’Angelus.