di Stefano Bovone
In tutto il mondo aumenta il numero di vegetariani, un trend
in crescita costante grazie all’informazione e alla presa di coscienza di un
numero sempre maggiore di persone che decidono di informarsi e non di affidarsi
esclusivamente alla pubblicità quotidianamente propinata dalla televisione.
Purtroppo però non diminuisce il numero di carne consumata,
anzi si stima che entro il 2050, proseguendo su questa strada il consumo a
livello mondiale sarà duplicato.
Questo è spiegabile dal fatto che grandi nazioni come India
e Cina, che prima avevano un’alimentazione prettamente vegetariana con un basso consumo di prodotti di origine
animale, con l’aumento del benessere stiano spostandosi su un tipo di
alimentazione sempre più carnivora.
Gli allevamenti
intensivi necessari per sopperire
a questa immensa richiesta necessitano di pascoli sempre più grandi e per
questo terreni selvatici vengono riadattati a questo uso impoverendosi
inesorabilmente e definitivamente.
Per sopperire a questo problema dal 2013 si sta studiando il
modo di produrre carne artificiale dalle cellule staminali, grazie alla
scoperta del Dott. Mark Post che
produsse il primo hamburger di carne artificiale, che venne poi cucinato
e mangiato davanti alle telecamere in uno studio televisivo di Londra.
Se da una parte il mondo vegetariano gioisce per la
scoperta, non perché così interessato a riacquisire le abitudini carniste, ma
perché con una simile crescita della richiesta questo comporterebbe la fine
dell’uccisione degli animali, dall’altra parte il mondo vegan più radicale
rifiuta l’idea per motivi etici in quanto le staminali verrebbero prelevate
comunque da un animale morto, perché al momento non si possono ancora
riprodurre artificialmente.
Personalmente credo che sia un’ottima risposta a questa
incessante richiesta, anche se non ritornerò mai più a mangiarla perché sto
benissimo senza, la vedo come un’ ottima
alternativa per quelle persone che non possono condurre un’alimentazione
vegetariana per motivi di salute o che hanno patologie particolari.
Ricordiamoci sempre che il nostro fine è la riduzione di
morti animali e una soluzione simile risolverebbe buona parte del problema.