di Stefano Bovone
Sezionare,mutilare,ferire,inoculare sostanze tossiche o letali e molte altre torture vengono praticate sugli animali in nome della scienza e tutte si raggruppano sotto il termine vivisezione o sperimentazione animale.
Sezionare,mutilare,ferire,inoculare sostanze tossiche o letali e molte altre torture vengono praticate sugli animali in nome della scienza e tutte si raggruppano sotto il termine vivisezione o sperimentazione animale.
Cani,gatti,scimmie,cavalli,pecore,topi,criceti e
praticamente tutte le altre specie presenti in natura,nessuna esclusa,vengono
usate per gli esperimenti più assurdi e allucinanti che la mente umana abbia
mai potuto concepire.
Sono veramente necessari per il fine scientifico questi
studi?
Servono davvero a far progredire la medicina e la scienza?
Ormai un numero sempre maggiore di scienziati e le più
importanti riviste scientifiche mondiali si schierano per il no,arrivando ad
affermare che i risultati fuorvianti della sperimentazione sugli animali siano
i responsabili dei ritardi nei progressi nel campo della ricerca e che solo il
30 % dei risultati ottenuti siano poi trasferibili all’uomo.
Una cosa sicura sulla vivisezione c’è ed è che non fornisce
dati attendibili per l’uomo e che comunque qualsiasi risultato che scaturisce è
comparabile solo dopo aver sperimentato sulla specie umana.
Se non esiste specie sostitutiva all’uomo e a priori come si
fa a sapere quale sia la migliore da
utilizzare?
Non si sa e la scelta dipende molto da cosa si vuole
dimostrare;se per esempio dovessimo dimostrare che la Diossina è innocua basterebbe testarla sul criceto,come del resto in passato è stato fatto,arrivando
alla conclusione che il suo utilizzo sia assolutamente sicuro,purtroppo il caso
di Seveso con la fuoriuscita di Diossina e la morte di parecchie persone ha
dimostrato il contrario.
Molte ricerche usano topi o ratti non perché siano più
simili a noi ma,per ammissione dei ricercatori,solo perché i più economici.
Ovviamente non bisogna essere dei ricercatori per capire che
non può considerarsi scientifico un metodo di ricerca come questo e che metodi
basati su culture in vitro o con simulatori software possono dare risultati più sicuri fino ad un
60% in più,metodi che però non vengono validati per l’ostruzionismo dei boss
del farmaco.
Oltre essere un abominio scientifico,la vivisezione,è
anche un businnes miliardario per l’indotto che ne deriva da tutto il comparto
che gira attorno a questa pratica.
Gli allevamenti di cavie da laboratorio,Green Hill ne è stato
un esempio in Italia,hanno indotti di centinaia di migliaia di euro.E’questo
uno dei motivi che spinge i nostri politici a non procedere seriamente
pretendendo una ricerca seria finalizzata alla cura e non all’arricchimento
delle case farmaceutiche.
Ogni anno migliaia di cagnolini partono da questi tipi di
allevamenti per raggiungere i vari laboratori in tutto il mondo per trovare a
riceverli la peggiore sorte che si possa concepire,sofferenze e torture,senza
mai ricevere una coccola o una carezza,isolati e denaturalizzati dal bisogno
istintivo di compagnia del branco,finendo nelle migliori ipotesi soppressi dopo
la sperimentazione,nelle peggiori riutilizzati più volte e per anni.
Ignoranza,menzogne,interessi economici e politici accondiscendenti
permettono a questo tipo di sperimentazione di sopravvivere a discapito della
nostra salute.
Pochi anni fa,al Parlamento Europeo,è stata varata una
direttiva per regolamentare la vivisezione che ha peggiorato già la tragica
situazione pregressa,direttiva votata favorevolmente da tutti gli
Europarlamentari Italiani compresi quelli alessandrini.
Fortunatamente l’iniziativa Stop Vivisection,ha portato alla
raccolta di un milione di firme in tutta Europa con lo scopo di obbligare il
parlamento europeo a ridiscutere la direttiva.
Tralasciando il discorso etico che già basterebbe per
chiedere l’abolizione di questo tipo di ricerca, dobbiamo pretendere che la
politica legiferi a tutela della nostra salute impedendo in via definitiva la
sperimentazione sugli animali,metodo non scientifico,arcaico e impreciso.