24 novembre 2013

LA FIERA DEL BUE GRASSO



Nessuno mette in dubbio che esista questa tradizione nicese ma dal Seicento a oggi qualcosa è cambiato, soprattutto nella conoscenza della scienza alimentare. La sempre più diffusa consapevolezza dei problemi salutari e ambientali legati all'allevamento per la produzione di carne, la vita degli animali negli allevamenti, il loro trasporto verso i macelli e l’orrore della macellazione, ignota ai consumatori di carne, ci pone di  fronte a rilevanti problemi di ordine etico. Inoltre il consumo di carne non è vitale per il nostro fabbisogno alimentare, anzi ci causa problemi, specialmente la carne rossa.
Se la sensibilità verso l'uccisione di un animale è cosa non a tutti comprensibile, è bene riflettere sulle innumerevoli testimonianze mediche che considerano il consumo di carne nocivo alla salute umana, oltre che all’ambiente. Studi provenienti da organizzazioni autorevoli come FAO e OMS dovrebbero indurre qualsiasi amministrazione a disincentivare simili iniziative e promuovere stili di vita e abitudini alimentari più salutari e sostenibili. Incentivare il consumo di carne, così come sostenere l'allevamento, anche attraverso fiere come questa, è una scelta da discutere a da rivedere, superando quella tradizione che è da tradire più che da tramandare.
Ciò che mi colpisce ulteriormente in questa iniziativa è il culto della “razza pura” che considero estraneo a una cultura di rispetto degli animali, anche se esso non fosse causa diretta di concreti maltrattamenti. Spesso si promuovono queste mostre come occasioni che servono a far conoscere e tutelare il mondo degli animali, nelle loro “razze pure” ma ciò è contraddittorio poiché questo non rappresenta affatto il mondo naturale degli animali: in natura non esistono le razze pure che invece sono il frutto di una selezione operata dall’uomo nel tempo per soddisfare i propri interessi, che siano ornamentali o economici. Chi ama e tutela gli animali non si prefigge certamente questo scopo.
E’ interessante il comunicato del Comune che parla di “capi (una quarantina di bovini) che sono valutati e quindi opportunamente premiati” e poi ancora di “una suggestiva sfilata, con tanto di tappeto rosso…” Insomma che questi quaranta esseri senzienti saranno trattati benissimo, addirittura avranno il red carpet sotto le zampe, con rispetto di norme igieniche  e sul “benessere” degli animali  ma il nodo della questione è che essi sono oggetti nella mani dell’uomo che programma il loro destino in tutte le sue fasi, fino al banco della macelleria. Infatti, dopo il red carpet, “tutti a tavola per il tradizionale gran bollito misto”: ai loro compagni, che forse hanno percorso il red carpet l’anno scorso, quest’anno toccherà la pentola.
Ho letto le categorie che saranno premiate: buoi grassi migliorati di razza piemontese, vitella e vitello di razza piemontese della coscia da macello, manzi grassi della coscia di razza piemontese, manzi grassi nostrani, manzi grassi della coscia giovani di razza piemontese, buoi grassi della coscia di razza piemontese, buoi grassi nostrani di razza piemontese. E poi i premi speciali per il bue di razza piemontese più pesante, (quindi diamoci da fare a ingrassarlo più che si può) e poi al gruppo di bovini di razza piemontese più numeroso (praticamente come alle corse cittadine) e per chiudere, un pensiero ai macelli ci voleva proprio: miglior capo macellato e venduto a Nizza Monferrato, premio riservato ai macellai nicesi.
Ho appreso che in contemporanea ci sarà il Mercatino di Natale e io colgo l'occasione per invitare tutti a pensare alle tavole natalizie valutando di imbandirle con cibo vegetale che sostituisca i corpi degli animali valutati, premiati e macellati.
Forse siamo ancora lontani da una presa di coscienza che rispetti la vita in ogni sua forma, ma qualcosa sta cambiando perché sempre più persone, pur affermando il  piacere del palato come un diritto, sanno che esso non deve contrastare col diritto fondamentale alla vita di qualsiasi essere senziente, compresi i bovini della fiera di Nizza.

Paola Re