di Stefano Bovone
“Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d'Egitto: Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa.
Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello secondo quanto ciascuno può mangiare.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo custodirete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà tra i due vespri. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare.
In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco, la mangeranno con azzimi ed erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell'acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco……”tratto dall’Antico testamento.
“Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d'Egitto: Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa.
Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l'agnello secondo quanto ciascuno può mangiare.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo custodirete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà tra i due vespri. Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare.
In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco, la mangeranno con azzimi ed erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell'acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco……”tratto dall’Antico testamento.
Certo tanti diranno che l’antico testamento non può essere
di paragone con la società attuale perché descrivente un periodo troppo
distante da noi.
Adesso abbiamo un Papa buono che si chiama anche come San
Francesco, amante degli animali e questi periodi sono finiti,la chiesa sta
cambiando; ma siamo così sicuri che Francesco fosse davvero amante degli animali
a tal punto da disobbedire agli insegnamenti del sacro testo?
Secondo quanto ci riferisce Tommaso da Celano sembra che la
storia di Francesco non sia così vegetariana come si vuol far credere:
“Un giorno i frati discutevano assieme se rimaneva l’obbligo
di non mangiare carne, dato che il Natale quell’anno cadeva in venerdì.
Francesco rispose a frate Morico: «Tu pecchi, fratello, a chiamare venerdì il
giorno in cui è nato per noi il Bambino. Voglio che in un giorno come questo
anche i muri mangino carne, e se questo non è possibile, almeno ne siano
spalmati all’esterno”. (Vita seconda di Tommaso da Celano, 199)
Per capire veramente cosa sia la pasqua cristiana e quanto
sia fortemente voluto il sacrificio degli innocenti da parte di questa
religione che si nasconde dietro ad una falsa bontà e carità,dobbiamo partire
da quello che significa la parola Pasqua.
Se la cerchiamo su Wikipedia troviamo scritto subito un paragrafo
intitolato “Le radici ebraiche”; riporto di seguito la spiegazione semplice ed
esauriente :
La parola ebraica pesach significa "passare
oltre", "tralasciare", e deriva dal racconto della Decima Piaga,
nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di
Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli
egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34).
La Pesach indica quindi la
liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l'inizio di una
nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Gli ebrei che vivono entro i
confini dell'antica Palestina celebrano la Pasqua in sette giorni. Durante la festa un ebreo
ortodosso deve astenersi dal consumare pane lievitato e sostituirlo con il pane
azzimo, come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga dall'Egitto;
per questo motivo la Pasqua
ebraica è detta anche 'festa degli azzimi'. La tradizione ebraica ortodossa
prescrive inoltre che, durante la
Pasqua , i pasti siano preparati e serviti usando stoviglie
riservate strettamente a questa ricorrenza.
Perciò, la
Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre
quella ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d'Egitto.
Quindi anche per i
cristiani la Pasqua
è un passaggio, un passaggio dalla morte causata dal peccato alla nuova vita da
risorti insieme con Cristo, una nuova simbologia ad immagine del passaggio
dalla schiavitù alla libertà del popolo ebraico.
Questo passaggio dalla morte alla vita è quello che si vuole
rappresentare con l’uccisione dell’agnello;l’innocente viene sacrificato per
redimere l’uomo dai suoi peccati, ennesima dimostrazione di quanto per questa
religione abbia pochissima importanza la vita degli animali.
Nella sua storia la chiesa,ha infatti preso d’esempio figure
che hanno avuto una considerazione delle altre specie disastrosa e addirittura
in moltissimi punti, del testo sacro, si ribadisce e si rafforza la concezione
che gli animali siano creati da dio per
essere usati dall’uomo per i propri scopi.
Difficile pensare che una religione antropomorfa possa avere
una concezione differente del mondo non umano, del resto dal primo capitolo
della genesi si apprende che dio crea l’uomo a sua immagine somiglianza e
rilega le altre creature a essere subalterni.
Migliaia vanno a morire in questi giorni; cuccioli innocenti che altra colpa non hanno che di appartenere alla specie sbagliata, vittime di una vera persecuzione, come un tempo è stata anche la nostra specie, sempre dallo stesso sistema religioso, magari solo perché dicevano cose differenti o non concordi con gli insegnamenti ecclesiastici, condannati e sacrificati ingiustamente in nome di un Dio che predica di essere bontà pura e perdono.
«Ecco l'agnello di Dio, che
toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29)
Fonti:
Wikipedia