18 dicembre 2013

QUANTO SIAMO INTELLIGENTI ?

di Stefano Bovone

Gli studiosi di cognizione animale negli ultimi dieci  anni  stanno mettendo in discussione l'idea che gli esseri umani occupino un posto unico dell'universo in materia di intelligenza e quozienti intellettivi.
Aristotele aveva un'idea di una  scala della natura che implicava una gerarchia delle forme di vita,gli esseri umani erano più vicini agli angeli. Per il  filosofo Cartesio attraverso il concetto "penso quindi sono” gli animali erano automi senza anima. Nel xx secolo lo psicologo B.F.Skinner parte da questa teoria sostenendo che gli animali rispondono solo agli stimoli,forse capaci di imparare ma non in grado di pensare e sentire. 
Tutte queste concezioni sono ovviamente errate, perché partono tutte da un concetto antropocentrico della vita,l’uomo sempre  e comunque al centro dell’universo e unico elemento di paragone per stabilire una scala di valutazione.
"Per millenni, ogni genere di autorità, da quella religiosa a quella scientifica, ha ripetuto lo stesso concetto fino alla nausea: l'essere umano è straordinario in virtù del fatto che è l'essere vivente più intelligente dell'intero regno animale" sostiene Arthur Saniotis,ricercatore della University's School of Medical Sciences. "Tuttavia,la scienza ci dice chiaramente che gli animali possono avere facoltà cognitive superiori a quelle dell'essere umano".
La chiesa cristiana, con la sua storia di mistificazione della realtà, ha eretto muri attorno ai  preconcetti dei fedeli,relegando il rapporto uomo-animale ad un subordinamento da parte del secondo,negandogli la possibilità di possedere un'anima,come se,tra l'altro,fosse facilmente dimostrabile il possederla.
La bibbia cristiana,nella genesi,assegna agli animali la funzione di oggetti  utilizzabili dall’ uomo a proprio piacimento.Mere “cose” incapaci di provare sofferenza e emozioni,senza intelligenza alcuna.
L'idea della superiorità umana sembra nascere nel periodo della Rivoluzione Agricola,circa 10.000 anni fa,quando l'aver domato alcune specie del regno vegetale come i cereali convinse l'uomo della sua superiorità sul resto della natura.
Il problema di questo concetto risiede nel fatto che l'essere umano e gli animali possono essere considerati ugualmente intelligenti,con la differenza che gli animali utilizzano le loro capacità cognitive in ambiti del tutto differenti, portando ad un'errata interpretazione su quale livello possa raggiungere la loro intelligenza.
Per stabilire però il valore dell’intelligenza degli animali dobbiamo anzitutto stabilire in modo chiaro cosa si intenda per intelligenza e a quali valori far riferimento nel rapportarla a quella umana.
"Il fatto che gli animali possano non comprenderci,insieme al fatto che noi non riusciamo a capirli,non significa che le nostre 'intelligenze' si trovino a livelli differenti,sono soltanto di tipo diverso" spiega Maciej Henneberg, professore di anatomia antropologica e comparativa della School of Medical Sciences. 
"Quando uno straniero tenta di comunicare utilizzando una versione imperfetta del nostro linguaggio,la nostra impressione è che non sia molto intelligente. Ma la realtà è molto diversa".
Rispetto a qualche decade fa,quando si parlava di intelligenza in modo estremamente generico, oggi siamo arrivati a distinguere fino a nove ambiti distinti d' intelligenza:se l'essere umano eccelle,per esempio, nell'intelligenza musicale,linguistica e logico-matematica,la maggior parte delle specie animali è letteralmente imbattibile in una o più nicchie differenti,come nello sfruttamento dell'intelligenza naturalistica e di quella corporea.
"Gli animali esibiscono diversi tipi di intelligenze che sono stati finora sottovalutati per colpa della fissazione umana per il linguaggio e per la tecnologia.Alcuni mammiferi, come i gibboni, possono produrre una vasta gamma di suoni, circa 20 suoni diversi con differenti significati che consentono a questi primati di comunicare attraverso la foresta tropicale.Il fatto che non costruiscano case,contrariamente all'essere umano, è del tutto irrilevante per i gibboni".
In effetti,il ragionamento non fa una piega.Alcune tribù umane considerate "incontaminate" per l'assenza di contatti con la civiltà continuano a comunicare con un bagaglio linguistico estremamente ridotto,spesso costituito da "click" e fischi.Non sentono nemmeno la necessità di possedere una casa per ogni famiglia, condividendo lo stesso tetto con il resto della comunità e la loro necessità di essere protetti dagli agenti atmosferici deriva esclusivamente dal fatto che, al contrario dei gibboni o di moltissimi altri animali,il corpo nudo dell'essere umano non è "a prova di clima".