''La proroga della chiusura del periodo di caccia al 10 febbraio decisa dall'Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Lazio per alcune specie giunge inaspettata aLegambiente Lazio, che denuncia il mancato coinvolgimento del comitato tecnico faunistico regionale nella decisione''. Lo denuncia Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio, commentando la notizia diffusa pochi giorni fa circa il prolungamento del calendario venatorio deciso dall'Assessore alle Politiche Agricole Angela Birindelli.
Legambiente Lazio fa parte del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale, che dovrebbe essere interpellato in materia di tutela della fauna selvatica e di gestione programmata dell'esercizio venatorio. Per questo l'associazione non condivide il giudizio espresso dall'Assessore Birindelli quando parla del provvedimento come di ''un importante intervento in favore del mondo venatorio, che al tempo stesso tutela e rispetta l'ambiente''.
La scelta - precisa invece Legambiente - si inserisce in un contesto nel quale la Regione Lazio e' gia' stata di recente sconfessata dal Tar, che ha riformato il calendario venatorio regionale prevedendo la chiusura anticipata della caccia tra fine dicembre e inizio gennaio per molte specie, come chiesto dall'Istituto per la Protezione dell'Ambiente (Ispra).
''Siamo contro la caccia, ma abbiamo sempre cercato di tenere aperto un confronto con i cacciatori nel rispetto assoluto delle regole di legge e nella direzione della gestione faunistica piuttosto che di provvedimenti pronta-caccia. La decisione presa ascoltando solo le associazioni venatorie e' molto preoccupante, se la Regione non ha intenzione di farsi garante delle regole per tutti rischia inevitabilmente di far saltare il difficile dialogo in corso. Per questo torniamo a chiedere come da mesi stiamo facendo un urgente incontro all'Assessore Birindelli -continua Avenali-. Peraltro la misura adottata, che riguarda quattro specie di uccelli -il colombaccio, la cornacchia grigia, la gazza e la ghiandaia- con molta probabilita' favorira' solo il bracconaggio: e' noto infatti che le quattro specie menzionate non sono tra quelle ricercate dai cacciatori, e quindi in assenza di controlli mirati sara' solo chi ha intenzione di violare le normative ad usufruire del prolungamento, superando il limite giornaliero imposto dal provvedimento stesso o addirittura puntando il mirino su altri esemplari''.(ASCA)