FASANO – L’indignazione di centinaia di animalisti ma anche di gente comune per la vicenda denunciata da Gofasano.it riguardante l’eutanasia praticata da un veterinario a un cane poco prima di Natale non si è ancora placata. Anzi, ora ecco arrivare la richiesta della Lega Antivivisezionenazionale di poter accedere agli atti. I responsabili del sodalizio che si batte contro ogni forma di sfruttamento e violenza sugli animali hanno contattato in merito la Polizia municipale fasanese. L’intervento della Lav sottolinea come la storia abbia ormai fatto il giro d’Italia. Una signora fasanese vede un cane in difficoltà e chiama i vigili urbani. Questi ultimi fanno intervenire un veterinario dell’Asl che decide per l’eutanasia dell’animale lasciandone la carcassa sulla strada.
Pressato dalle proteste dell’opinione pubblica il sindaco Lello Di Bari, nei giorni successivi, aveva incaricato il comandante della Polizia municipaleAntonio Orefice di far luce su questa triste vicenda. E così pare sia stato tanto che Orefice ha presentato una relazione al primo cittadino in cui si legge che il veterinario avrebbe deciso di praticare l’eutanasia per evitare all’animale inutili sofferenze essendo in età molto avanzata e con difficoltà a mantenere “la stazione eretta”. Lo stesso veterinario avrebbe appurato che l’animale fosse privo di microchip e che quindi era impossibile risalire al suo proprietario. Il medico sarebbe stato “sordo” però alla richiesta della signora (che aveva trovato l’animale avvisando successivamente i vigili urbani) secondo la quale il cane non era da sopprimere in quanto poco prima aveva mangiato del cibo da lei stessa offerto. La donna, poi, si sarebbe rifiutata di aiutare il veterinario a tenere l’animale mentre gli praticava l’iniezione letale tanto che il professionista era stato costretto a fare tutto da solo iniettando il liquido direttamente nei polmoni e non per via endovena.
Sempre nel verbale si legge come il veterinario avrebbe confermato l’inevitabilità della sua scelta nuovamente ai vigili urbani di Fasano che lo avevano ricontattato dopo che la signora, testimone del fatto, aveva protestato vibratamente. Infine, per quanto concerne l’abbandono della carcassa sulla strada, dal verbale di Orefice risulta che la rimozione immediata non era stata possibile per via dell’ora tarda e che quindi occorreva attendere il mattino successivo.(www.gofasano.it)