Ancora uccelli appartenenti a specie protette catturati con mezzi vietati ed altri abbattuti da un cacciatore con regolare licenza di caccia.
Nei primi due casi l’intervento del Corpo Forestale dello Stato, Comando Provinciale di Forlì-Cesena è stato portato a termine nei Comuni di Fiumana e Premilcuore, dove due abitanti, rispettivamente di Predappio e di Santa Sofia, catturavano e detenevano uccelli protetti. Tra questi Tortore dal collare orientale, Tordi sasselli e Cesene, una specie di Turdide poco diffuso. Nel primo caso , ovvero per la cattura degli uccelli, è stata contestata una ammenda di 1500 euro. Nella seconda operazione, trattandosi di uccelli utilizzati come richiamo ma non conformi alla legislazione vigente, è stata elevata una sanzione amministrativa di 308 euro.
L’attività dei Forestali è proseguita in questi giorni anche nel Comune di Camposonaldo dove un cacciatore, in rientro dalla battuta di caccia, è stato trovato in possesso di un fringuello e di due rarissime Tordele. Il cacciatore aveva nascosto il bottino nella tasca del giubbotto. Per lui, l’ammenda di 1500 euro.
Secondo quanto dichiarato da Giovanni Naccarato, Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, gli interventi di questi giorni rientrano in un’ampia attività di controllo antibracconaggio, messa in atto anche grazie alle segnalazioni che pervengono da sempre più numerosi cittadini. Illeciti sgominati grazie al professionale intervento del personale forestale.
L’uso di richiami vivi per i cacciatori è purtroppo consentito in alcune regioni nonostante i continui pronunciamenti avversi che hanno fatto seguito ai ricorsi delle Associazioni protezionistiche. Secondo la Forestale gli uccellini rinvenuti in questi giorni erano destinati proprio ai richiami. Per questo uso sarebbero stati riciclati grazie all’utilizzo di anelli inamovibili falsificati che avrebbero così consentito di camuffare, tra gli animali detenuti legalmente, proprio quelli abusivamente catturati. Sempre secondo la forestale, per ottenere uccelli che cantano anche in stagioni inusuali, si utilizzano spesso prodotti ormonali. Ma la barbarie degli uccellatori che servono i cacciatori da capanno, riesce ad andare ben oltre.
In Veneto e Trentino, ad esempio, il Corpo Forestale dello Stato ha più volte individuato uccellatori nell’atto di prelevare piccoli tordi dal nido. I piccoli animali vengono poi venduti per chi li alleva proprio per i richiami dei cacciatori, spacciandoli per nati in cattività. Per distinguerne i sessi, i pulcini vengono aperti nell’addome con una lametta. Le femmine vengono gettate in terra, ed i maschi, incollati, vengono così trafugati.
Purtroppo, in Italia tutti i reati venatori vengono blandamente puniti in un ambito esclusivamente contravvenzionale. Se trattasi poi di cacciatori con regolare licenza, questa non viene neanche ritirata. Forse sospenderla (solo per alcune violazioni) ma occorre che il reato venga nuovamente commesso.(GEAPRESS)