08 giugno 2016

213 MILIARDI DI DOLLARI IL BUSINNESS DEL BRACCONAGGIO

di Stefano Bovone

213 miliardi di dollari è il businness che gira attorno ai reati di bracconaggio, rappresentando il quarto settore criminale del pianeta in base ai dati forniti dal rapporto annuale “World Wildlife Crime Report” dell’Ufficio Drugs and Crime delle Nazioni Unite (Unodc) dove sono illustrati analisi e dati relativi ai "Crimini di Natura" che insanguinano e condannano all’estinzione specie di animali.

L'emergenza ha raggiunto livelli tali da essere inserito nell'agenda del 2030 con gli obiettivi sostenibili approvati dell'Assemblea delle Nazioni Unite, ammesso che ci saremo ancora nel 2030, forse anticiparlo un pochino sarebbe stato meglio.

Ogni anno in Africa vengono uccisi più di 30.000 elefanti e paesi come la Tanzania e il Mozambico hanno perso in soli 5 anni tra il 50 e il 60% della loro popolazione di pachidermi oltre all'uccisione del 10% dei gorilla di pianura.

Stessa sorte spetta a molte specie di squali che stanno diminuendo in maniera catastrofica; si sfiora la soglia del 98% in pochi anni per alcune specie.

Secondo le Nazioni Unite il bracconaggio e il commercio illegale di natura non si ferma alle specie carismatiche: l’indagine dell’Unodc analizzando 164.000 sequestri in 164 paesi diversi ha riscontrato la presenza di ben 7000 specie oggetto di crimini.

Purtroppo l'Italia non è da meno e ogni anno nel nostro paese vengono catturati o uccisi illegalmente un numero sempre più alto di volatili protetti.

Milioni di uccelli muoiono per colpa di doppiette o di trappole e reti e le campagne anti bracconaggio svolte dalle associazioni protezioniste portano l'amaro bottino di migliaia di trappole annualmente disinnescate e confiscate.

Il ministero dell’Ambiente ha appena avviato un processo di consultazione per la redazione di un piano, su sollecitazione dell’Unione Europea, per la difesa degli uccelli, ma si chiede che si adotti un piano anche per tutte le specie vittime di lacci, trappole, veleno e armi da fuoco, tra questi anche centinaia di lupi e un maggiore coordinamento tra le forze dell'ordine  per rafforzare l’efficacia della sorveglianza, accurate indagini, condanna dei responsabili e un inasprimento delle sanzioni e delle pene per i reati contro la fauna selvatica.

Alla fine della fiera rimane solo una costante cioè che non è vero che tutti i cacciatori sono bracconieri ma è sicuramente vero che quasi tutti i bracconieri sono cacciatori, ma loro continuano a definirsi brava gente, partiamo da questo dato e inziamo a ritirare le licenze per l'attività venatoria in modo che, il bracconiere se preso, abbia anche l'aggravante di possesso abusivo dell'arma, reato punito in maniera sicuramente più rigida rispetto ai normali reati sulla fauna selvatica.