22 settembre 2016

IN AUMENTO L'ATTIVITA' MAFIOSA ATTORNO AGLI ANIMALI

di Stefano Bovone 


Qualche anno fa abbiamo per la prima volta trattato l’argomento delle zoomafie, cioè quelle organizzazioni malavitose radicate sul territorio italiano dedite allo sfruttamento degli animali.

Gli interessi di queste organizzazioni criminali vanno dalle corse clandestine, al commercio di cuccioli o animali selvatici, al combattimento di cani e tutto quello che possa fare arricchire in maniera illecita sulla pelle di esseri senzienti non umani.

Gli ultimi dati forniti da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, che una volta all’anno stila il rapporto dove prende in considerazione segnalazioni, attività giudiziaria e di polizia, rilevano come nell’ultimo anno ci sarebbe stato  un consistente aumento dei combattimenti tra cani, settore cresciuto del 64% circa, del traffico di cuccioli, delle corse clandestine e del bracconaggio persino quello ittico, che nel nord Italia con la pesca del pesce siluro ha visto un’impennata.

È sempre più evidente la presenza di una sorta di affaristi zoomafiosi formati da imprenditori senza scrupoli e speculatori che, per il raggiungimento dei loro obiettivi, creano sinergie scellerate con delinquenti, funzionari collusi e faccendieri, uniti dall'interesse economico comune. 

Segnali di questo tipo si rilevano nel traffico di cuccioli, nella gestione dei canili, nell'allevamento e macellazione di animali, nella distribuzione agroalimentare. Nel traffico di cuccioli, ad esempio - conclude Troiano - è noto l'interesse di alcuni esponenti della camorra, mentre nella gestione dei canili basta ricordare le vicende di 'mafia capitale', che hanno evidenziato il tentativo di accaparramento degli appalti comunali".

Detenzione di armi clandestine, furto di energia elettrica, ricettazione, possesso di droga: sono alcuni dei reati accertati nell’ambito dei combattimenti. Persone denunciate, combattimenti fermati, ritrovamenti di cani con ferite da morsi, o di cani morti con cicatrici riconducibili alle lotte, furti e rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei combattimenti, sequestri di allevamenti di pit bull, pagine Internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni: questi i segnali che indicano una recrudescenza del fenomeno.

Per quanto riguarda il bracconaggio ogni anno perdono la vita 8 milioni di uccelli circa, alcuni di specie molto rare e particolarmente protette, grazie al mercato che gira attorno alla voglia di possedere a tutti i costi un animale selvatico, condannandolo ad una prigionia a vita senza aver commesso nessun reato.

In ultimo la gestione dei canili rilevata da mafia capitale che sembra non aver speranze di miglioramento, nemmeno con la nuova giunta romana, che differentemente da quello affermato nella campagna elettorale sta rilevando notevoli difficoltà a contrapporsi al problema, anzi addirittura queste situazioni sono state difese da alcuni componenti della giunta, stesse difficoltà anche per il problema delle Botticelle; insomma cambiano le casacche ma per gli animali rimane sempre incerto il futuro e per le attività che vi speculano attorno non sembra ancora venuto il momento della crisi.