17 giugno 2014

TUTTI PRONTI ALL'ESTINZIONE?



di Stefano Bovone

Ogni giorno nel mondo si estinguono decine di specie animali e vegetali,organismi del nostro ecosistema irrimediabilmente persi a volte per semplice processo naturale.

Con il termine “estinzione” in biologia si intende la scomparsa definitiva di una specie dalla biosfera,un fenomeno naturale che ha segnato l’intera storia della vita di questo pianeta tanto da poter affermare che le specie che troviamo siano solo un esigua percentuale rispetto a quelle originarie.

L' estinzione è contrapposta alla speciazione, il processo opposto per cui una nuova specie nasce a partire da una pre-esistente.

Le estinzioni naturali non vanno,però, interpretate come un evento completamente negativo e ovviamente nemmeno come evento positivo,ma semplicemente vanno considerate per ciò che sono:un espressione dell’evoluzione biologica.

Le grandi estinzioni della storia sono state accompagnate dalla formazione di nuove specie che hanno dato vigore alla diversità della vita.
L’estinzione è,infatti, definita come un processo evolutivo che porta alla scomparsa di un taxon (genere, specie, sottospecie) o di una popolazione. Quando una specie si estingue il suo patrimonio genetico,unica combinazioni di geni che essa possiede, è definitivamente perduto.

Dal punto di vista evolutivo l’estinzione si verifica anche indipendentemente da elementi perturbativi di grande portata. Una specie può anche evolversi in un’altra specie in risposta a piccoli cambiamenti ambientali o in seguito a mutamenti casuali nel pool genico. In ogni caso l’estinzione,come la speciazione,fa parte del naturale processo evolutivo dei viventi.

E’ l’attuale tasso di estinzione che non è naturale!

Esistono 2 tipi di estinzioni:quella “di fondo” lenta e per noi impercettibile tendenza del nostro pianeta a trasformarsi in modo costante e quelle “episodiche” che riflettono le massicce e concomitanti morie di specie che vengono scatenate da rapide alterazioni dell’ambiente.

Ovviamente quelle che hanno scatenato le più grandi estinzioni di massa sono quelle del secondo tipo e i soggetti più colpiti e più fragili sono quelli altamente specializzati,che magari si nutrono di un solo nutrimento come adesso potrebbero essere il panda e le tartarughe giganti delle Galapagos.

Altre specie più adattabili ed estremamente diffuse come mosche,topi,scarafaggi hanno meno probabilità di estinguersi a meno di eventi straordinari su scala planetaria.

Possiamo affermare con certezza che le più grandi estinzioni di massa della storia siano state 5 :

- 430 milioni di anni fa (tardo Ordoviciano) 84/85% delle specie;

- 360 milioni di anni fa (tardo Devoniano) 79/83% delle specie

- 250 milioni di anni fa (Permiano) 95/% delle specie

- 200 milioni di anni fa (triassico) 79/80% delle specie

- 66 milioni di anni fa (tardo Cretaceo) 70/76% delle specie

Queste non sono state provocate dall’impatto umano,anche per il fatto che l’Homo sapiens ha fatto la sua comparsa molto tempo dopo, ma sono state il frutto di eventi straordinari di portata globale che hanno profondamente modificato la vita sul nostro pianeta.

Ogni minuto si stima scompaia una specie o animale o vegetale,con la perdita definitiva del suo patrimonio genetico e potremmo essere vicini alle sesta grande estinzione di massa; "I cambiamenti climatici, provocati principalmente dal consumo di combustibili fossili, sono diventati la principale minaccia per la sopravvivenza di molte specie", osserva Massimiliano Rocco, responsabile del settore Traffic del Wwf. "E purtroppo questa non è una tendenza arginabile nel breve periodo”.

Si potrebbe però intervenire con efficacia immediata per bloccare almeno le altre concause dell'estinzione di massa che ci troviamo a fronteggiare: la perdita degli habitat, determinata soprattutto dalla deforestazione, e il commercio illegale di specie protette. Entrambe hanno effetti drammatici nell'accelerazione della scomparsa di specie. Ad esempio il rospo dorato del Costa Rica ha pagato un prezzo molto caro per la sua bellezza che lo rendeva preda ambita dei collezionisti disposti a tutto: è stato avvistato per l'ultima volta tre anni fa. E in Madagascar la grande diversità di rane mantella, che si erano andate radicando nelle valli, nei laghetti, nei boschi planiziali mantenendo il loro specifico corredo genetico, ha subito un colpo durissimo per colpa della deforestazione che ha cancellato buona parte degli habitat naturali".

Quello che preoccupa maggiormente è la progressiva accelerazione del mutamento climatico. La temperatura sale a una velocità che per molte specie è insostenibile: non riescono a sviluppare processi di adattamento ed escono di scena.

La perdita di biodiversità iniziata più di un secolo fa, infatti, ha accelerato la sua corsa fino a raggiungere un ritmo 1000 volte superiore a quello naturale. 
Una catastrofe mai vista prima,se si pensa che a causare le crisi precedenti ci sono voluti svariati milioni di anni o delle imponenti catastrofi naturali.


La sesta estinzione di massa potrebbe essere senza precedenti, sia per ampiezza che per velocità. Gli scienziati stimano che nel corso dei prossimi decenni potremmo perdere il 60% delle specie viventi. La differenza tra questa estinzione e le precedenti sta' nella “causa”, questa volta non si tratta di asteroidi o glaciazioni,questa volta è una sola specie a minacciare tutte le altre: “l'uomo”.


S.B.