02 agosto 2013

VIETATI GLI ALLEVAMENTI SUL TERRITORIO NAZIONALE PER LA VIVISEZIONE

(ANSA) ROMA - La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva l'articolo 13 della Legge di delegazione europea che restringe la vivisezione e incentiva il ricorso ai metodi sostituivi di ricerca.
La legge 'restringi-vivisezione', che ha subito ricevuto il plauso degli animalisti, vieta in particolare ''l'allevamento nel territorio nazionale di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione'', norma che comportera' la chiusura definitiva dell'allevamento Green Hill.
Verranno anche vietate alcune pratiche oggi comuni come i test per droghe, alcol, tabacco, armi, didattica e limitati alcuni utilizzi, con l'obbligo di anestesia e analgesia che fino ad oggi non venivano usate in almeno il 20% degli esperimenti sui quasi 900mila animali che ogni anno vengono utilizzati nei laboratori italiani. L'articolo 'restringi-vivisezione', al suo primo punto, impegna il governo a ''orientare la ricerca all'impiego di metodi alternativi'', imponendo poi di ''destinare annualmente una quota nell'ambito di fondi nazionali ed europei finalizzati allo sviluppo e alla convalida di metodi sostitutivi, compatibilmente con gli impegni già assunti a legislazione vigente, a corsi periodici di formazione e aggiornamento per gli operatori degli stabilimenti autorizzati, nonché adottare tutte le misure ritenute opportune al fine di incoraggiare la ricerca in questo settore con l'obbligo per l'autorità competente di comunicare, tramite la banca dei dati nazionali, il recepimento dei metodi alternativi e sostitutivi''.
Tra i punti salienti c'e' il divieto degli esperimenti e delle procedure che ''non prevedono anestesia o analgesia, qualora esse comportino dolore all'animale, ad eccezione dei casi di sperimentazione di anestetici o di analgesici''. Vietato anche l'utilizzo di animali per gli ''esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d'abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche ad eccezione della formazione universitaria in medicina veterinaria e dell'alta formazione dei medici e dei veterinari''.
Per quanto riguarda la ''generazione di ceppi di animali geneticamente modificati'', si dovra' tener conto dell'effettiva necessità della manipolazione e del possibile impatto che potrebbe avere sul benessere degli animali, valutando i potenziali rischi per la salute umana e animale e per l'ambiente. Il governo, infine, dovra' definire un quadro sanzionatorio ''appropriato e tale da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo''. 

Lav, svolta positiva per ricerca etica

''La norma restringi-vivisezione rappresenta la base per una legge realmente migliorativa per i quasi 900mila animali utilizzati ogni anno in Italia e un futuro concreto per i metodi sostitutivi e la ricerca innovativa nel nostro Paese''. Lo afferma in una nota la Lav, sottolineando che tra i punti più importanti approvati c'è ''il divieto di allevamento di gatti, primati non umani e cani che porterà alla chiusura definitiva del tristemente noto allevamento 'Green Hill', il coronamento di una battaglia di attivisti e associazioni in corso da anni''. Per la Lav l'alternativa all'articolo 'restringi-vivisezione' ''sarebbe stato un recepimento-fotocopia della direttiva europea e nessun cambiamento alla situazione attuale per cui tutto e' possibile fare sugli animali. Per questo la LAV, che ha sostenuto le proposte iniziali assieme alle altre associazioni della Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente, ringrazia i senatori Amati, Cirinnà, De Petris, Fissore, Granaiola, Repetti, Silvestro, Uras e i deputati Brambilla, Di Vita, Mantero e Sbrollini che hanno condotto o sostenuto questa battaglia con il Sì dei Ministri della Salute Lorenzin e delle politiche europee Moavero''. ''Purtroppo - conclude la Lav - in Parlamento non era all'ordine del giorno il no totale alla vivisezione, il nostro obiettivo, e per questo sosteniamo l'iniziativa europea dei cittadini 'Stop Vivisection' che non è in antitesi con questa battaglia, ma questo articolo 13 delle Legge di delegazione europea 2013, rappresenterà una svolta in Italia e un esempio per tanti altri Paesi. Nonostante gli obblighi sovranazionali previsti dalle farmacopee o da altre legislazioni''.