di Stefano Bovone
Quando
coloro che sono al Governo non hanno interesse per la cosa pubblica,quelli tra
i più penalizzati sono sicuramente gli animali e non importa se costituiscono patrimonio
indisponibile dello Stato e quindi “res pubblica”,perché tanto ai nostri amministratori di
gestire il nostro patrimonio con l’attenzione “del buon padre di famiglia” non
interessa per nulla.
La
ricchezza di specie,che abbiamo in Italia,rischia di scomparire con il bene placido
di politici che hanno un unico fine,arricchirsi a spese nostre a qualunque
costo.
I tagli strutturali
decisi da questo manipolo di delinquenti interesseranno tutti quei centri che si
occupano di raccogliere e curare la fauna selvatica,infatti i Centri di Recupero
sono a rischio chiusura e a dare la mazzata finale a queste strutture,c'è tra
le altre cose, l'abolizione delle Province,con la conseguente perdita dei già
esigui finanziamenti.
Molti di questi centri attualmente sopravvivono grazie alla passione delle
persone che li gestiscono,che a volte rinunciano persino a parte del loro
stipendio per poterli mantenere aperti.
Sono un centinaio circa,spesso gestiti da associazioni di volontariato, distribuiti lungo la penisola,a cui arrivano diversi tipi di animali,dai rapaci ai caprioli,dai ricci alle tartarughe,vittime di qualche trauma causato dall'uomo,con la caccia o per incidenti stradali.
I centri più grandi arrivano ad accogliere oltre mille animali l'anno,e quasi tutti, affermano le associazioni come Enpa e Legambiente,sono in forti difficoltà economiche.
Un futuro decisamente incerto quello che attende gli ospedali degli animali selvatici,che in alcuni casi aspettano i contributi da 3 o 4 anni e che nel futuro non sanno nemmeno se li riceveranno ancora,visto che molti dipendono direttamente da Provincie e Corpo forestale dello Stato,ambedue enti che verranno presto soppressi.
Forse il problema della nostra specie,alla fine,è proprio l'avidità e l'egoismo che ci porteranno all'estinzione.
Sono un centinaio circa,spesso gestiti da associazioni di volontariato, distribuiti lungo la penisola,a cui arrivano diversi tipi di animali,dai rapaci ai caprioli,dai ricci alle tartarughe,vittime di qualche trauma causato dall'uomo,con la caccia o per incidenti stradali.
I centri più grandi arrivano ad accogliere oltre mille animali l'anno,e quasi tutti, affermano le associazioni come Enpa e Legambiente,sono in forti difficoltà economiche.
Un futuro decisamente incerto quello che attende gli ospedali degli animali selvatici,che in alcuni casi aspettano i contributi da 3 o 4 anni e che nel futuro non sanno nemmeno se li riceveranno ancora,visto che molti dipendono direttamente da Provincie e Corpo forestale dello Stato,ambedue enti che verranno presto soppressi.
Forse il problema della nostra specie,alla fine,è proprio l'avidità e l'egoismo che ci porteranno all'estinzione.
Concludo
con la saggezza del capo indiano Piede di Corvo della tribù SIKSIKA che disse:
“Quando
l’ultimo albero sarà stato abbattuto,l’ultimo fiume avvelenato,l’ultimo pesce
pescato,ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro.La nostra
terra vale più del denaro e durerà per sempre,non verrà distrutta neppure dalle
fiamme del fuoco.
Fin che
il sole splenderà e l’acqua scorrerà,darà vita a uomini e animali.
Non si
può vendere la vita degli uomini e degli animali;è stato il Grande Spirito a
porre qui la terra e non possiamo venderla perché non ci appartiene”.
Fonte http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2015/08/10/ospedali-animali-a-rischio-chiusura-colpa-stop-province_9ec2c29f-d7c7-4042-ba0e-cfc46c3d1730.html