Per correre ai ripari a seguito della diminuzione di consumo
di carne da parte degli Italiani le associazioni Federcarni e Confcommercio
hanno dato il via all’iniziativa volta a sensibilizzare i consumatori dal
titolo "Sì alla carne: piacere senza rischi".
Cosa non si farebbe per portare l’acqua al proprio
mulino,persino andare contro alle evidenze scientifiche che dimostrano la
pericolosità di questo cibo,causa di moltissime malattie che affliggono il
mondo occidentale e della maggior parte di decessi.
La carne oltre ad essere dannosa per l’organismo umano crea
anche una serie di problemi,per il pianeta a seguito dell’allevamento,per la sua produzione,oltre a creare squilibri
molto marcati tra paesi ricchi e paesi poveri.
Come già riportato in altri articoli su questo blog,per la produzione di
carne vengono abbattute migliaia di chilometri di foreste e aree
boschive,inoltre il sistema di trasformazione dai cereali alla carne è un
sistema altamente controproducente con un fortissimo impatto ambientale.
La FAO è allarmata dai dati scaturiti che evidenziano come
per produrre 1 kg di carne servano
15-20mila litri d'acqua, per far crescere un pomodoro 13 litri, per un caffè 140
dimostrando così che questa abitudine alimentare possa causare una crisi
globale d’acqua.
Inoltre l’allevamento ha anche un altissimo costo a livello
ambientale per l’elevato quantitativo di gas serra che viene prodotto,in
pratica per un kg di carne si emettono 36,4 chili di anidride carbonica; si
rilasciano nell’ambiente sostanze fertilizzanti pari a 340 grammi di anidride
solforosa e 59 grammi di fosfati. In pratica produrre un chilo di carne ha lo
stesso impatto ambientale di un’auto media europea che percorre 250 chilometri!
Risulta così preoccupante e fuorviante il messaggio di
marketing proposto da queste due associazioni che arrivano al punto di
affermare dalle parole del presidente dell’Associazione nazionale che il
macellaio dovrebbe diventare la persona di fiducia a cui rivolgersi per avere
consigli sulla salute e su una sana alimentazione e, inoltre, che
esiste uno studio universitario che ribalta il luogo comune
degli ultimi 30 anni, secondo cui la carne provoca patologie
metaboliche e cardiovascolari, smentendo così la cospicua mole di dati
scientifici sulla relazione tra elevato consumo di carne e impatto sulla
salute.
NO AI GRASSI: secondo le tabelle di composizione nutrizionale
dell’Istituto nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, infatti,
la percentuale di calorie fornita dai grassi, nei più comuni prodotti carnei, è
superiore al 40% e una significativa percentuale dei lipidi della carne è
costituita da acidi grassi saturi, che contribuiscono
all’insorgenza delle patologie cardiovascolari.
NO AL COLESTEROLO: secondo l’Health ABC Study, i cibi di
origine animale e, in particolare, la carne sono le uniche fonti alimentari di
colesterolo, che, a sua volta, viene associato al rischio cardiovascolare.
NO ALL’OBESITA’: numerosi studi epidemiologici mettono in relazione il
consumo di carne con l’aumento ponderale, il sovrappeso e l’obesità,
evidenziando invece l’effetto protettivo dei cibi di origine vegetale. E se non bastasse, il consumo di carne è associato, anche, ad un aumento
dell’insorgenza della sindrome metabolica e del diabete, che sono importanti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
NO AGLI SQUILIBRI ALIMENTARI: lo studio della American Dietetic
Association, fatto sulle popolazioni vegetariane e vegane, dimostra come regimi
alimentari privi di carne siano perfettamente equilibrati per tutte le età e
per chi pratica sport, e, soprattutto, come abbiano un effetto protettivo
contro le cardiopatie ischemiche, l’ipertensione, il diabete e il cancro,
soprattutto, del colon-retto e della prostata, le nefropatie, la demenza
senile, la diverticolite e i calcoli alla cistifellea. Al contrario, secondo
l’Associazione americana, è la promozione del consumo di carne ad aumentare il
rischio di squilibri alimentari, come l’eccesso di apporto di grassi saturi,
colesterolo e proteine animali e l’insufficiente apporto di fibre ed
antiossidanti.
NO AD ANEMIA E SPOSSATEZZA: il confronto dell’incidenza di
anemia sideropenia, in gruppi di soggetti vegetariani e soggetti onnivori, non
ha rilevato differenze statisticamente significative.
Non permettiamo alle lobby di continuare a prenderci in giro.
Di seguito il comunicato stampa inviato da Federcarni e Confcommercio a presentazione della campagna:
http://www.confcommercio.it/dettaglio-sala-stampa/-/asset_publisher/qvGvn0IHoJ9o/content/comunicato-50-2015-su-campagna-federcarni-confcommercio/pop_up?_101_INSTANCE_qvGvn0IHoJ9o_viewMode=print
Non permettiamo alle lobby di continuare a prenderci in giro.
Di seguito il comunicato stampa inviato da Federcarni e Confcommercio a presentazione della campagna:
http://www.confcommercio.it/dettaglio-sala-stampa/-/asset_publisher/qvGvn0IHoJ9o/content/comunicato-50-2015-su-campagna-federcarni-confcommercio/pop_up?_101_INSTANCE_qvGvn0IHoJ9o_viewMode=print