Almeno in questo caso chi in genere si fa subito portavoce dei diritti degli sparacchiatori contro la fauna che arrecherebbe danni all’agricoltura e pericolo alla circolazione stradale, può starsi zitto. Ed infatti, fino ad ora, nessun commento si registra dal mondo venatorio contro il grave atto di bracconaggio avvenuto all’interno del Parco Nazionale del Circeo, nel Lazio.
I due Daini, ritrovati uccisi da colpi di fucile a circa 500 metri l’uno dall’altro, sono stati sparati da un veicolo, di notte e pure dentro un’area recintata del Parco Nazionale. Impossibile, pertanto, ogni danno a coltivi ed incidenti stradali. Anzi, a proposito di automobili e di notte, il Corpo Forestale ricorda come poche settimane addietro, si sia verificato analogo episodio. Una automobile, infatti, era stata già segnalata da un mesetto per la caccia di notte ai cinghiali, proprio nel Parco Nazionale.
La sorpresa stava proprio dentro un’automobile fermata poi dalla Forestale di notte e nel parco. Con il fucile illegalmente modificato, i fari ed il telone nel bagagliaio che sembrava fatto apposta per le carcasse del cinghiale, veniva fermato il Sig. D’Amico, noto critico della costituzione del Parco dei Monti Ausoni nonché Assessore ai Parchi, agricoltura, caccia e pesca del Comune di Terracina (LT) .
Volete sapere cosa fa ora il Sig. D’Amico a distanza di due mesi dal fattaccio?
L’Assessore Parchi Caccia e Ambiente al Comune di Terracina. Anche in questo caso, nessuna dichiarazione dal mondo venatorio. (GEAPRESS)