Circa un anno addietro i responsabili dell’ASPCA (la società americana di protezione contro le crudeltà sugli animali) e la Polizia di Sandersville, in Georgia, sono intervenute in un canile sospettato di fornire cani per i combattimenti. L’accusa era fondata ed i due soggetti, proprietario e custode degli animali, sono stati condannati lo scorso cinque gennaio, rispettivamente a cinque ed un anno di prigione. Oltre ai cani rinvenuti maltrattati (erano legati con corte catene in luoghi freddi) ne vennero rinvenuti altri deceduti in tempi diversi. La notizia è stata resa nota dall’ASPCA . Alla stessa Associazione, è andato il merito di avere poi trasferito i cani in un luogo sicuro ed occuparsi, poi, della loro definitiva sistemazione. Una situazione diversa da quella italiana. Da noi non è previsto l’arresto neanche per il proprietario che, in flagranza di reato, sta facendo combattere il cane mentre le pene detentive massime, caso mai si arriverà a scontarle, sono inferiori a quella inflitte al proprietario di cani di Sandersville. Tutta colpa dei politici italiani? Forse. In Parlamento succede anche di peggio.
Gli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio, entrambi della Lega Nord, hanno infatti chiesto al Presidente del Consiglio ed a ben sette Ministri, di ridimensionare (…come minimo) il ruolo non solo delle Associazioni ma anche di chi con loro collabora afferendo in un procedimento di Polizia. In particolare i due Onorevoli chiedevano se non era il caso di rendere incompatibili “le funzioni di controllo di attività lavorative e ludiche” per appartenenti ad Associazioni o Enti contrari allo stesso tipo di attività. Nel quesito non erano comprese le attività abusive quali, ad esempio, i combattimenti tra cani, ma ogni riferimento veniva subito meno nei successivi passaggi.
Consiglio e Stucchi, infatti, interrogavano Berlusconi e sette Ministri se non era il caso di “impedire il sequestro preventivo di animali di proprietà unicamente sulla base di denunce o segnalazioni di sospetti reati”. Ma, in Italia, non è solo il Magistrato giudicante a stabilire se vi era, oppure no, il reato? In altri termini, io posso denunciare quello che ritengo un torto ove ravviso l’estremo di un reato, ma sarà solo il Giudice a dire se l’imputato lo ha realmente commesso. Questo anche quando si rinvengono allevamenti di Pit bull, con cani vistosamente feriti. Ma non finisce qui.
Gli onorevoli Consiglio e Stucchi volevano pure “il divieto di spostare gli animali sotto sequestro dal luogo di detenzione fino a che una sentenza abbia dimostrato la reale colpevolezza degli imputati”, e che comunque mai gli animali dovessero andare ad Associazioni o loro collaboratori. Ora, …, proviamo solo ad immaginare se dei cani per i quali c’è il sospetto che abbiano combattuto, vengono lasciati nel luogo ove sono stati trovati. Mettiamo un pattuglia di Polizia 24 ore su 24 a sorvegliare? No. Come purtroppo già succede, può capitare che vengano lasciati in custodia giudiziaria al proprietario che (come già successo a proposito di combattimenti) presenta poi una denuncia di furto.
La risposta arriva tutta in casa leghista. Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, dopo aver spiegato agli interroganti che il sequestro è convalidato da un Magistrato, spiega anche che esso serve ad evitare il perdurare del reato. Per accogliere, invece, altri quesiti, si sarebbe dovuto modificare il Codice di Procedura Penale, che forse un po’ di logica l’avrà pure.
Ad ogni modo per chi volesse a pieno essere informato sulla vicenda (ed anche per leggere di quale spunto hanno avuto di bisogno i due Onorevoli) può leggere la risposta e il testo dell’interrogazione parlamentare nella photo gallery, in calce all’articolo.
Un’ultima chicca. Consiglio e Stucchi non vogliono che i soldi della sanzioni vadano alle Associazioni che hanno avuto a che fare con il procedimento penale. La Martini, oltre a colmare domande, ricorda che i proventi sono pochissimi. Certo, è proprio così. Considerata l’esiguità delle sanzioni ed i biblici tempi per esigerle, non può essere diversamente. Proprio per questo in Italia ci si può permettere di torturare un cane sapendo che quasi sicuramente si verrà colpiti da una blanda multa anche facile da non pagare. (GEAPRESS)