Lo stabilisce la legge italiana ed il blando reato contravvenzionale.
Solo ora gli verrà revocato il porto d’armi. Il cacciator bracconiere sorpreso ieri dal Corpo Forestale dello Stato in provincia di Pistoia era, infatti, già stato denunciato una prima volta per avere sparato a specie protette. La legge italiana non solo prevede un campo applicativo dei reati venatori di esclusiva natura contravvenzionale, ma consente (almeno per il ritiro del porto d’armi) di passarla liscia una prima volta. Per non andare più a caccia devi cioè reiterare. Pensiamo se lo stesso principio fosse applicato per il ritiro della patente, piuttosto che per altri reati che pur senza volontà hanno causato una grave violazione di legge. Grave perché così dovrebbe essere per l’abbattimento di specie protette.
Finanche in Gabon, come in Cameroon piuttosto che in Kenya, vi sono specie protette per le quali non solo sono previste notevoli pene detentive, ma vi è pure l’arresto in flagranza di reato. In Italia, invece, il cacciator bracconiere pagherà appena una ammenda di 1550 euro ed avrà il ritiro (anzi la sospensione….) del porto d’armi solo dopo aver sparato per una seconda volta ad una specie protetta.
Lui non solo ha abbattuto, ma ha anche catturato e detenuto specie protette; eppure c’è stato bisogno di una Sentenza della Corte di Cassazione che ha dovuto ribadire come la sanzione penale è applicabile anche quando si abbattono, per i fringillidi, meno di cinque animali. Sentenza, tra l’altro, emessa già nel 2006 e non sempre applicata. Non è il caso, però, del Corpo Forestale dello Stato, la cui Stazione di Pescia ha fermato e denunciato il cacciator bracconiere pure recidivo. A lui, oltre alla fauna protetta in suo possesso, è stato sequestrato il fucile. (GEAPRESS)