"La Lega ha votato compatta, perchè noi la caccia ce l'abbiamo nel Dna"
(s.s.) Nella terra in cui il nome Beretta viene pronunciato quasi con devozione, i leghisti non potevano accettare di lasciare agli “amici” del Pdl l’ultima parola sulla caccia in deroga. Così ecco pronti 2.500 manifesti verdi con cui la circoscrizione della Lega Nord Val Trompia in questo fine settimana invaderà la provincia di Brescia, in risposta a quelli che pochi giorni fa sono stati affissi dai colleghi di coalizione. E, ancora una volta, oggetto degli strali leghisti saranno proprio i consiglieri al Pirellone del Popolo della libertà, rei, secondo gli uomini del Carroccio, di aver affossato la legge regionale che avrebbe permesso ai nostri cacciatori di sparare anche alle specie vietate dall’Ue.
Al grido di “Il Pdl c’è o ci fa?”, la Lega valtrumplina ha invitato il consigliere regionale Alessandro Marelli a spiegare, soprattutto ai cacciatori bresciani, che se quest’anno gli uccelli migratori sono passati sopra le nostre valli senza finire nello spiedo, “non è certamente per volontà nostra. L’assessore Giulio De Capitani il 12 ottobre ha presentato una delibera per il prelievo venatorio in deroga, ma gli è stata respinta dall’ufficio di giunta senza nemmeno essere stata presa in considerazione” ha detto Marelli. In Lombardia l’approvazione della delibera sarebbe stata l’ultima strada percorribile per aprire la caccia in deroga ancora entro la stagione.La restituzione della proposta senza una discussione ha messo una pietra tombale sulla questione, almeno per quest’anno. La vicenda legislativa però era partita un mese prima, il 14 settembre, quando alcuni esponenti del Pdl si astennero, o votarono a favore, su una pregiudiziale per la caccia in deroga proposta dall’Italia dei Valori. Quello stesso giorno, il presidente Roberto Formigoni aveva inviato una lettera a tutti i consiglieri nella quale invitava “a considerare con la massima attenzione le conseguenze derivanti dall’approvazione di nuovi progetti di legge in materia di prelievo venatorio in deroga”, come si legge nel documento. Il riferimento è soprattutto alle possibili sanzioni che sarebbero potute arrivare dall'Unione Europea.
Ed è proprio contro il presidente delle regione che gli esponenti valligiani della Lega puntano il dito. “Formigoni si è sempre detto contrario alla caccia. E questo è il risultato. In Veneto, infatti, in cui il presidente è il leghista Luca Zaia, sono riusciti ad approvare la deroga” ha spiegato Marelli. Ma gli uomini della Lega non hanno dimenticato nemmeno chi, fra i consiglieri regionali bresciani del Pdl, quel 14 settembre si astenne dal voto permettendo che passasse la pregiudiziale. “Il Pdl locale comunica con i propri referenti in regione? Hanno parlato con Margherita Peroni, Mauro Parolini e Franco Nicoli Cristiani e il loro capogruppo che chiese il voto segreto prima di appendere i manifesti contro di noi?”,ha chiesto Elisa Fontana, vicepresidente della Comunità montana.
MatteoMicheli, segretario della circoscrizione Valtrumplina, ha parlato apertamente di "assoluta malafede dei consiglieri regionali del Pdl. La Lega ha votato compatta, perchè noi la caccia ce l'abbiamo nel Dna". SergioBelleri, respondabile di media e alta valle per il Carroccio, ha invitato i cacciatori bresciani a non credere a chi cavalca questa situazione incolpando la Lega , "c'è solo la volontà di aizzarci contro i cacciatori".
I quali, doppietta in mano o nella fondina, sono un popoloso gruppo votante, soprattutto a Brescia.
Il consigliere regionale Marelli ha comunque annunciato di essersi già attivato per l'anno prossimo per evitare che si ripeta quando accaduto quest'anno, "sapendo che prima di tutto bisogna mettere mano alla legge
nazionale 159 che è la madre di tutto questo casino".