30 gennaio 2016

AL LUPO, AL LUPO!

di Stefano Bovone

Dopo anni di prove per reintrodurre il lupo sulle nostre montagne e grazie alla direttiva europea per la sua tutela e all’ “Operazione San Francesco” che iniziò più di 40 anni fa grazie al WWF, oggi sulle nostre montagne possiamo contarne circa 150 esemplari.

Il lupo, come tutti i predatori, è importantissimo per mantenere sane le specie che vivono sulle nostre montagne, in quanto i soggetti cacciati sono tendenzialmente quelli malati e che potrebbero infettare gli altri capi di bestiame.

Spiegato l’importantissimo ruolo svolto da questi animali veniamo alla follia che imperversa sui giornali di questi giorni: avviare un progetto di abbattimento dei lupi, venendo meno alle direttive europee, perché allevatori e i cacciatori non vogliono competitor naturali sui loro terreni. Inoltre va ricordato che il lupo preda il cinghiale, lui stesso abbattuto con gli abbattimenti di selezione, quindi quale miglior modo per poter continuare a cacciare se non cacciare anche l’antagonista naturale e continuare a lamentarsi dei cinghiali?

Un gioco perverso portato avanti da anni dalle lobby venatorie e spinto da interessi personali con il bene placido delle Regioni che sono economicamente interessate.
Come afferma anche lo stesso Wwf, uccidere i lupi è inaccettabile da un punto di vista di conservazione della specie ed è anche pericoloso per l’economia degli allevatori e per il contrasto al bracconaggio.

Recenti studi internazionali, condotti in aree dove il lupo è cacciato, confermano che uccidere degli esemplari può comportare per i sopravvissuti, oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono, anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, specie il cinghiale, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica. Il Wwf promuove invece i metodi che escludono l’uccisione, accessibili anche grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ue all’agricoltura come: la sorveglianza del pascolo, la presenza di buoni cani da guardia di razza pastore, le recinzioni fisse e mobili elettrificate.

E’ indispensabile migliorare l’attività di comunicazione su questo animale rivolta soprattutto alle comunità rurali interessate, per accrescere il grado di conoscenza e ridurre la circolazione dei tanti luoghi comuni e falsità sulla specie.

Molti si chiederanno come sia possibile abbattere un animale protetto a livello internazionale, infatti appare abbastanza assurdo e invece il potere delle deroghe in Italia è fortissimo. I lupi verranno abbattuti e si valuterà ogni situazione “caso per caso”.

Gli abbattimenti di selezione sono dannosi e inutili per tutte le specie interessate e la natura sarebbe perfettamente in grado di auto regolarsi se l’uomo non continuasse ad intervenire alterandone leggi ed equilibri.