20 dicembre 2010

I randagi “Mandrake” del Parco nazionale d’Abruzzo rischiano di essere abbattuti


Il Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo chiede provvedimenti drastici, per lui sono migliaia i cani non randagi bensì inselvatichiti, lamenta che inseguono cervi e caprioli, che attaccano le mamme orse, sarebbero un pericolo per gli abitanti ed i frequentatori del Parco, fanno danni al  patrimonio
zootecnico, danni che verrebbero attribuiti ai lupi. Sarebbero, sempre secondo il Presidente del Parco, più aggressivi dei lupi.
Si è trovato un nuovo capro espiatorio; anzi non tanto nuovo, perché sono anni che i randagi sono capri espiatorii, novelli Malaussène, di tante (troppe) inadempienze delle istituzioni.
Qualcosa di più, però, questi randagi abruzzesi la hanno: sono dei veri e propri Mandrake, capaci di apparire migliaia ad occhi inesperti, capaci di cacciare come i lupi in branco, capaci di aggredire un patrimonio zootecnico, custodito?
Allora la soluzione? Che le autorità competenti prendano i provvedimenti adeguati, anche drastici!
Per la gioia dei cacciatori verrà permessa la caccia nel Parco? Non sono sufficienti i bracconieri?
Gravissimo è il fatto che si condannino a morte i cani, già vittime di abbandono, per coprire le inadempienze istituzionali, per nascondere le reali responsabilità del Parco stesso, dei Comuni e delle ASL in materia di controllo del randagismo.
La L.Q.281/91 è una legge dello Stato, la Legge Regionale 86/99 è, appunto una legge regionale, vanno rispettate,  in primis da chi dovrebbe difendere la Natura e la biodiversità.
La soppressione di un randagio è un atto estremo da adottare in casi estremi, la valutazione è individuale, non può essere un colpo di spugna per aggirare incapacità “politiche” e di gestione del territorio.
Inoltre le dichiarazioni sulla consistenza della popolazione randagia, migliaia! figuriamoci, crea allarmismi inutili e giustizieri fai da te.
Al grido di allarme del Presidente si aggiungono anche le dichiarazioni di due Consiglieri comunali di Scanno e Villalago, che hanno chiesto ad ASL, Corpo Forestale dello Stato ed Ente Parco di  abbattere i cani randagi!
Noi chiediamo loro cosa hanno fatto i Comuni di Scanno e Villalago  per contenere il randagismo?
.(GEAPRESS)