Un fiume di persone,stimano più di 4000 gli organizzatori,per dire no alla caccia e si al referendum regionale in previsione per il prossimo anno che porrà fine ai favori per la casta dei cacciatori.
Tanta tantissima gente e tantissimi giovani che sentono come anacronistica la caccia, che vedono depredate le campagne della vita di milioni di esseri innocenti da parte di uno sparuto numero di serial killer difeso dalla legge e dalle istituzioni.
Non esistono dati ufficiali ma si stima che il numero di animali uccisi da questi amanti della natura sia di circa 200.000.000 all’anno.
Ma tutto questo potrà cambiare se il referendum regionale del prossimo anno raggiungerà il quorum l’attività venatoria subirà una fortissima restrizione.
I politici tentano,anche in questi giorni,con emendamenti come quello proposto dal Senatore Molinari o con le delibere come quelle proposte dal nostro Padano Assessore alla caccia Sacchetto di sparare le ultime cartucce,ma l’insofferenza delle persone verso la caccia cresce di anno in anno e il referendum del prossimo anno sarà la Caporetto di una “Casta” venatoria che ormai risulta essere anacronistica con i tempi .
Lac,Lav,Oipa,Lipu,Wwf,Enpa e tante altre associazioni con striscioni e bandiere hanno sfilato per le vie di Torino ma anche tanta gente comune che si univa strada facendo al corteo per ribadire che la terra è di tutti e gli animali sono prima di tutto di loro stessi e non devono servire per sollazzare un gruppo di decerebrati che altro non ha da fare che inquinare le campagne con il piombo o uccidere esseri innocenti.
“Un’ esperienza bellissima quella di vedere così tante persone unite dallo stesso obiettivo che ripaga i tanti anni passati a fare propaganda e a cercare di far crescere la coscienza collettiva a rispetto degli animali” afferma il delegato per la Lac per la Provincia di Alessandria Stefano Bovone.
Adesso non resta che aspettare la data del referendum per dare il colpo decisivo e nel frattempo promuovere la “Class action” proposta dalla Lac a livello nazionale per risarcire i proprietari terrieri dove si svolge l’attività venatoria.
Sembra davvero che i cacciatori dovranno appendere il loro caro fucile al chiodo e dedicarsi alla fotografia e visto che si sono sempre definiti “amanti della natura” non sarà certo difficile per loro cambiare abitudini.