12 gennaio 2011

Dal Circolo Polare Artico a Parma: fine di un viaggio


E’ proprio vero che i momenti felici durano poco, ma questa volta la felicità dei tanti birdwatchers che hanno potuto osservare uno stormo di rarissime oche è durato troppo poco, il tempo che impiega una rosa di pallini di piombo a raggiungere il corpo di un essere vivente, mettendo fine alla sua vita.
Erano 12 le oche facciabianca (Branta leucopsis) che hanno sorvolato i cieli italiani per riposarsi, poi, all’Oasi di Torrile (PR) gestita dalla LIPU, e qui farsi ammirare da incantati birdwatchers. Si, perché l’arrivo di questa particolare specie di oca, tanto rara quanto protetta,  era davvero un caso più unico che raro. Infatti, l’oca facciabianca viene dal Circolo Polare Artico, nidifica nelle  fredde isole artiche al di sopra della Russia e della Norvegia, alcune colonie sono presenti in Groenlandia, la si può trovare in Irlanda, Olanda ma raramente scende più a sud.
A Parma, poi, non si era mai vista. “Almeno negli ultimi 150 anni – spiega a GeaPress Mario Pedrelli, Delegato LIPU di Parma e Responsabile Antibracconaggio per l’Emilia Romagna – In Emilia Romagna negli ultimi sei anni è stata segnalata la presenza di uno o due individui, ma 12 è davvero un evento eccezionale. Se pensiamo poi come è andata a finire…”
Si, infatti, com’è andata a finire?
Lo scorso 5 gennaio un agente della Polizia Provinciale di Parma, durante un pattugliamento di controllo, ne ha avvistata una nella golena del Po, a Coltaro.  Solo che non volava più, le era stato riservato il piombo dei pallini di un fucile da caccia. L’animale abbattuto era caduto in una zona pressoché inaccessibile, una sorta di sabbie mobili. Il recupero del corpo dell’oca facciabianca è avvenuto il giorno dopo ed è stato tutt’altro che facile.  A coadiuvare gli agenti della Polizia Provinciale sono intervenuti anche i volontari della LIPU e di Legambiente Aironi del Po.
Domenica scorsa le abbiamo riviste – continua Pedrelli – sono tornate all’Oasi di Torrile…erano in quattro.
Sebbene ne sia stata trovata morta solo una, gli esperti della LIPU ritengono assai probabile che anche le altre oche mancanti all’appello siano state abbattute. Si perché l’oca facciabianca è un uccello estremamente gregario, con un forte senso di appartenenza alla famiglia. Generalmente si sposta in nuclei familiari, generando una prole anche di 12-13 pulcini. Per un lungo periodo i giovani esemplari volano accanto ai genitori, costituendo piccoli stormi come verosimilmente era quello delle 12 oche di Parma.
La gregarietà di questi volatili è tale che quando ne viene colpita una gli altri esemplari del gruppo continuano a volerle intorno quasi a volerla aiutare, come non volendola abbandonare. Comportamento  che fa ancor più temere  che ad essere uccise siano ben 8 esemplari di oca facciabianca, di cui una sola ritrovata , forse proprio perché il suo recupero era davvero difficile.
Ancora una volta, ci ritroviamo a raccontare una brutta storia dove dall’incontro tra la natura e l’uomo a perdere sono entrambi, ma certamente l’uomo molto di più. (GEAPRESS)