14 dicembre 2010

A caccia con il machete per capitozzare e scuoiare

Senza confine la sanguinaria immaginazione dei bracconieri. Dai caprioli con il machete ai mufloni dentro gli zaini.


Da tempo in Primiero-Vanoi (TN) venivano rinvenuti cervi e caprioli morti, con i corpi spesso capitozzati o addirittura scuoiati. Gli animali venivano colpiti da frecce di balestra e, poi, venivano capitozzati e scuoiati con un machete. Le macabre scoperte hanno fatto intensificare i controlli da parte dei Forestali e finalmente domenica pomeriggio la svolta e l’individuazione dei bracconieri responsabili di tanto scempio.
Durante un servizio di vigilanza, sono state notate due persone in atteggiamento sospetto. Gli agenti della Forestale hanno seguito le loro orme nella neve fino a quando, a conferma dei sospetti, sono stati ritrovati i resti di un capriolo, già scuoiato e con la testa mozzata.
Quindi, è stata immediatamente organizzata un’ operazione congiunta tra Forestale e Carabinieri che è consistita nella perquisizione in contemporanea delle abitazioni dei due sospettati, un ventenne ed un quarantenne: la perquisizione ha avuto esito positivo ed ha consentito di ritrovare la balestra, un’arma impropria ma potentissima, tra l’altro munita di visore notturno (lo stesso animale rinvenuto era stato colpito la notte precedente), ed altre armi illecitamente detenute utilizzate sempre per fini di bracconaggio: coltelli, una carabina ad arma compressa, silenziatori, un machete, lacci per la caccia di frodo. I due uomini,  privi di porto d’armi, hanno ammesso, di fronte alle evidenze, le proprie responsabilità.
L’operazione ha visto la partecipazione congiunta dei Forestali  coordinati dal Distretto Forestale di Primiero, comandato dal Vice Questore Aggiunto Luigi Gottardo,  e dei Carabinieri delle stazioni di Canal San Bovo e di Imer. Impossibile, allo stato attuale delle indagini, dire quanti sono stati i capi abbattuti dalle frecce dei due bracconieri, ma il sospetto dei forestali è che possano essere decine.
La macabra fantasia dei bracconieri sembra ormai travalicare ogni immaginazione. Nei giorni scorsi la Polizia Provinciale di Pordenone, comandata dal Colonnello Samuele Grandin, ha denunciato quattro bracconieri all’interno del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane.
A destare preoccupazione erano le vistose tracce di sangue lasciate sulla neve. Tutto si potevano aspettare gli Agenti eccetto che rinvenire all’interno degli zaini dei denunciati due femmine di muflone, verosimilmente da avviare al mercato nero della carne.
Ulteriori tracce di sangue, hanno altresì portato ad individuare, il giorno successivo, altre due femmine di muflone uccise sempre all’interno del Parco. (GEAPRESS)