20 dicembre 2010

MAXI PARCO EOLICO NELLE VALLI BORBERA E CURONE

Sulle montagne tra le valli Curone e Borbera, in un prezioso contesto paesaggistico e ambientale, sarà realizzato un maxi parco del vento, probabilmente il più grande d’Italia con un numero di torri da 42 a 55.
Chi conosce queste montagne situate al limite meridionale della provncia di Alessandria, a cavallo tra Liguria, Piemonte, Lombardia e Emilia, non può che rimanere perplesso.
Da qui si gode di un panorama unico a 360 gradi dalle Alpi al Mar Ligure. Nelle giornate limpide si vedono le montagne innevate a nord, mentre a sud luccica il mare.
Da qualche tempo è tornato il lupo e da sempre gli uccelli migratori si fermano qui per trovare ristoro dopo avere attraversato il mare nei lunghi viaggi dall’Africa al Nord Europa.
Sui pascoli le specie botaniche hanno mille varietà e colori. L’incontro del clima montano con il Mediterraneo, consente lo sviluppo di tantissime specie, molte delle quali autoctone (che crescono solo qui) e ci sono studiosi che vengono dall’estero per studiare le fioriture di queste montagne.
Questo meraviglioso territorio diventerà presto un grande cantiere con ruspe e piste sterrate, dopodiché non resterà che una schiera di pali alti fino a 130 metri.

Dunque viene spontaneo chiedersi: ma i Comuni, la Comunità montana, la Provincia di Alessandria, insomma, tutti quegli enti locali che hanno tra i loro compiti fondamentali la tutela e valorizzazione del territorio, cosa stanno facendo?

Beh, è incredibile ma sono poprio loro i sostenitori di un simile progetto.
Infatti, a lavori ultimati, incasseranno gli introiti garantiti dal futuro gestore dell’impianto, tanto che attualmente si stanno azzuffando su come spartirli.
E c’è di più: nonostante il Ppr (Piano paesaggistico regionale) stabilisca che “nelle aree di montagna sono vietati interventi di nuova edificazione e di sistemazione del terreno ricadenti in un intorno di 50 metri per lato dalle vette e dai crinali montani e pedemontani”, già da tempo stanno richiedendo alla Regione la rimozione del vincolo!
Nonostante questo scenario a dir poco allarmante, i soggetti interessati alla realizzazione del progetto, accusano chi si oppone di volere ostacolare lo sviluppo di un’energia alternativa e pulita come l’eolico.

Ma davvero questi furbacchioni pensano di darcela a bere in nome dell’eolico?
Che si tratti di un’energia da sviluppare, nessuno lo discute. Il problema è il modo in cui si intende farlo. Basterebbe proporre progetti rispettosi delle basilari norme di rispetto del paesaggio.
Ma davvero sono convinti che si possa far credere che disseminare di torri le montagne tra le valli Curone e Borbera abbia a che fare con la tutela dell’ambiente?

La realtà è che questa gente vuole solo riempirsi le tasche a qualsiasi costo.
E allora va bene anche svendere il territorio, sfruttarlo, usarlo, consumarlo, calpestarlo e distruggerlo, magari sventolando la bella bandiera dell’eolico.
Troppo faticoso pensare a progetti alternativi, come far conoscere la bellezza di queste valli, provare a far rinascere qualche prospettiva turistica e un conseguente indotto economico in una zona che ha tutte le credenziali per competere con più blasonate realtà.
E invece si è fatto talmente poco per valorizzare questi luoghi, che a volte nemmeno chi vive a due passi li conosce, e chi non ne conosce la bellezza, non può nemmeno scandalizzarsi di fronte all’oscenità del progetto del maxi Parco eolico in Curone e Borbera.

Ma noi siamo certi che tra di voi che ci leggete, c’è ancora chi sa cosa sono le valli Curone e Borbera, che c’è chi è innamorato dell’incanto dei loro scenari e della selvaggia bellezza del crinale che unisce i monti Ebro e Giarolo. O più semplicemente, anche se non lo sa, ha la voglia, l’intelligenza e la curiosità per scoprirlo.
A voi rivolgiamo il grido di aiuto di queste valli, certi che lo ascolterete.
Restiamo a disposizione per racogliere ogni opinione, ricordando in conclusione che il territorio è un patrimonio comune, che appartiene a tutti, anche e soprattuto a noi che lo amiamo e non solo agli avidi amministratori che lo vogliono sfruttare come se fosse loro merce.