07 febbraio 2011

Cani maltrattati dai cacciatori: per l’ AIDAA sono 3300

10.000 quelli abbandonati nei canili e 5000 quelli feriti o uccisi


Come se già non bastasse l’arroventato clima che surriscalda in specie gli ambienti venatori ogni volta che vengono diffuse le notizie sugli incidenti di caccia, ecco arrivare l’AIDAA, Associazione Italiana per la Difesa Animali e Ambiente, con un comunicato destinato a far alzare la pressione alle trombe cacciatrici.
L’AIDAA arriva dritta come un treno diffondendo i dati relativi ai cani maltrattati dai cacciatori. Sarebbero ben 3300 le segnalazioni pervenute all’Associazione. “Tutte firmate e sottoscritte“, precisano all’AIDAA. Segnalazioni di cani maltrattati o maltenuti in capanni insalubri o alla catena senza adeguati ripari, malnutriti ed in alcuni casi sottoposti a veri e propri maltrattamenti fisici. Sempre secondo l’AIDAA sarebbero inoltre ben 10.000 quelli abbandonati nei canili  quando non più in grado di fiutare o di inseguire la preda, magari perché anziani o malati. Altri 5000 sarebbero addirittura  quelli uccisi o feriti dalle  doppiette dei loro stessi padroni in azioni di caccia. Le segnalazioni sarebbero pervenute in buona parte dal centro sud, anche se non mancano Piemonte, Emilia, Veneto e Lombardia.
Un attacco forte che colpisce un argomento ovviamente delicato, quale il rapporto del cacciatore con gli animali. Dice Lorenzo Croce, Presidente dell’AIDAA:  “Si vede che non gli basta ammazzare gli animali a fucilate. A questi signori– aggiunge Croce – danno fastidio anche i propri cani che maltrattano e che una volta non più utilizzabili perché anziani o malati vengono poi uccisi o abbandonati“.
L’AIDAA ha attivato tutte le proprie sedi al fine di far pervenire entro breve tempo le eventuali ulteriori segnalazioni di maltrattamenti (corredate di fotografie e sottoscritte dai segnalatori) a cui sono sottoposti i cani da caccia.  Saranno denunciati penalmente tutti i reati contenuti in questi comportamenti che molto spesso violano l’articolo 544 del codice penale in materia di maltrattamento.
Croce si aspetta inoltre un “serio intervento interno delle associazioni venatorie  che anziché blaterare contro gli animalisti si diano da fare per controllare come vengono tenuti e gestiti i cani da caccia“.
Dichiarazioni dure che sicuramente solleticheranno la verve polemica di chi, non si capisce su quali basi, considera i cacciatori come l’unica categoria dalla fedina penale pulita. Una statistica unica da fare riscrivere i manuali del settore. I circa seicentomila italiani, guarda caso tutti cacciatori, senza macchia. Ad ogni modo, forse, come atto di buona volontà da parte del mondo venatorio basterebbe costituirsi parte civile nei processi di cani impallinati che scaturiscono almeno da denuncie presentate alle Forze dell’Ordine. Visto che giustamente i cacciatori si sentono infangati, magari chiedere il risarcimento a chi ne è la vera causa sarebbe un atto non solo legittimo ma che potrebbe servire ad evitare di caricare ulteriori polemiche. (GEAPRESS)